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26 Ottobre 2012 , ,

The Orb feat. Lee “Scratch” Perry THE ORBSERVER IN THE STAR HOUSE

2012 - Cooking Vinyl
[Uscita: 3/09/2012]

The Orb feat. Lee “Scratch” Perry “THE ORBSERVER IN THE STAR HOUSE # Consigliato da DISTORSIONI

 

Che ci fanno gli inglesissimi eroi dell'ambient house con il vecchio Lee Perry, inventore del dub e personaggio chiave della musica giamaicana a partire dagli anni '60? Beh, cominciamo col dire che la cosa non è una novità, infatti Alex Paterson ha fatto da dj al sig. Perry già nel 2004 ed è stato conquistato dall'eccentrica personalità del personaggio, fino a decidere di mettere in atto il progetto che ha portato all'incisione di questo duetto. L'incontro tra l'ambient cosmica e la stramberia dub prende dunque vita in questo disco, che nella “deluxe edition” contiene anche un CD con le sole basi, con risultati che preventivamente definisco senza difficoltà assai buoni. Alex Paterson e Thomas Fehlmann si mettono al servizio del grande vecchio Perry, mettendogli a disposizione la loro perizia e anche qualche pezzo del loro repertorio, visto che Golden Clouds è un rimando esplicito all'hit del 1991, Little Fluffy Clouds. È evidente l'approccio pieno di rispetto del duo nei confronti di una figura mitica della musica tutta, e quindi, alla fine, ci troviamo a maneggiare un disco più dub che techno, anche se in più occasioni l'attitudine dei due Orb viene a galla, per esempio con il sequencer di Go Down Evil o con l'electro minimale di H.O.O.

 

Con intuito, tuttavia, Paterson e Fehlmann non si buttano a pesce negli echi e nei bassi profondi del dub “tradizionale”, e neppure si lasciano tentare dall'imperante moda dubstep (che, peraltro, a me non dispiace affatto, ma che probabilmente qui sarebbe stata fuori contesto), mescolando invece sapientemente gli ingredienti che conoscono bene, la techno spaziale che è il loro copyright, con quelli più congeniali al loro occasionale compagno d'avventura. Da parte sua, il settantaseienne toaster giamaicano, che, tanto per rinfrescarci la memoria, è l'uomo che ha prodotto, tra l'altro, le prime incisioni di Bob Marley e dei suoi Wailers, ci mette il suo ipnotico mormorio in stretto patois caraibico (pressochè incomprensibile), ottenendo un effetto straniante che man mano cattura irrimediabilmente, come le spire di un boa constrictor. Non è facile segnalare pezzi particolarmente sopra la già ottima media generale. Dovendo fare qualche scelta, menzionerei la house funkeggiante di Thirsty e il dub “osservante” della famosissima Police & Thieves, ma forse farei torto a tutto il resto del disco, che, ripeto, è notevole.

Luca Sanna

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