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20 Dicembre 2021

Damon Albarn The Nearer The Fountain, More Pure The Stream Flows

2021 - Trangressive Records
[Uscita: 12/11/2021]

Qualche anno dopo essere stato ricoverato all'High Beech Asylum a causa di un peggioramento dei suoi problemi di salute mentale, il poeta inglese John Clare si allontanò dall’istituto e camminò per ben quattro giorni a piedi prima di raggiungere casa. Il mondo gli dovette sembrare troppo piccolo tra le mura di quella struttura psichiatrica, troppo piccolo per contenere la sua immaginazione. “The Nearer The Fountain, More Pure The Stream Flows” sono i versi di una poesia di Clare, gli stessi che Damon Albarn ha utilizzato per nominare l'ultimo affascinante lavoro, concepito durante le restrizioni del lockdown pandemico, mentre si trovava nella propria abitazione in Islanda. Di quella terra così geograficamente estrema, l’album possiede l’impalpabilità dell’atmosfera, le rifrangenze di un perenne crepuscolo che avvolge il contorno delle cose fino a farle trascendere nella loro corporeità. La musica di “The Nearer The Fountain, ..." (scritta insieme al chitarrista dei Verve Simon Tong, nonché sodale di Albarn in The Good, The Bad & The Queen) contiene in sé anche quella folle fuga di John Clare dalle stanze asfittiche del nosocomio che diventa prospettiva di libertà e completo abbandono alla semplicità della natura, come la voce del mare ripresa nei fields recording di un Iphone. “The Nearer The Fountain, …” è un disco struggente per le profondità emotive raggiunte che toccano sottili nervature dell'anima la cui voce viene fatta risuonare dal passaggio del vento o dalla magnificenza delle onde che si scontrano contro gli scogli. I nuovi undici brani sono qualcosa di diverso dal pop colto di “Everyday Robots” - pur essendo riconoscibile un comune imprinting - così come dalle devianze dei tanti progetti collaterali di Albarn, considerato che “The Nearer The Fountain, …” sembra in un primo momento spiazzare per la complessità delle sue strutture sinuose e soprattutto per il magnetismo delle sue ombre, prima di conquistare del tutto. La bellezza abbacinante dell’iniziale omonima The Nearer The Fountain, More Pure The Stream Flows sembra una sostanza ancestrale, sospesa in una dimensione ultraterrena che raccoglie tutte le speranze dell’uomo. Già dalla prima traccia si avverte un complessivo mood cinematico che deriva dall’originale target del progetto, nato come sonorizzazione orchestrale per paesaggi islandesi (vedi Esja). The Cormorant si inerpica su lande desolate in cui risuona potente l’eco del Bowie di “Blackstar”, mentre la successiva Royal Moring Blue ha un groove prossimo a The Good, The Bad & The Queen. Dopo l’apparente cacofonia free form di Combustion, arriva la quiete del classicismo pianistico di Daft Wader, uno dei momenti più toccanti dell’album con la sua assoluta perfezione delle forme. Non ci sono parole di fronte alla ballad dolcemente retrò Darkness To Light, oppure alla world di The Tower Of Montevideo e dei suoi battiti caraibici uniti alle tessiture del sax. Se nella coralità di Polaris probabilmente si riconosce l'enorme classe dell’Albarn più lineare, in chiusura Particles si mostra in tutta la sua fragilità quasi infantile, segnando lo spartiacque tra la realtà ed il mondo dei sogni. “The Nearer The Fountain, More Pure The Stream Flows” è un disco che canta allo stesso tempo la malinconia e la grandezza di una Natura che riassume tutto ciò di cui abbiamo bisogno e che non perde mai la sua purezza, nonostante la vita dell'uomo e la sua folle corsa.

Voto: 7.5/10
Giuseppe Rapisarda

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