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10 Luglio 2015 , ,

The Grand Astoria THE MIGHTY FEW

2015 - Firestorm Prods
[Uscita: 18/05/2015]

Russia   consigliatodadistorsioni      

 

grand astoriaGli ultimi decenni sono stati caratterizzati da accelerazioni disorientanti, evoluzione tecnologica forsennata, tempeste d'input e raffiche di notizie contraddittorie. In tempi talmente complicati qualche piccola certezza aiuta a sopravvivere. Noi avevamo due sicurezze che, pensavamo, non sarebbero mai potute essere scalfite: Charlie don't surf e Russians don't rock. The Grand Astoria, col loro ultimo disco, hanno demolito la seconda. E' un collettivo aperto, proveniente da St. Petersburg, che ruota attorno alla figura di Kamille Sharapodinov e che, sul profilo Facebook, definisce la propria musica un “rock fuzzy psichedelico con la coscienza alterata, che ha rapporti sessuali con l'heavy metal”. In realtà in questo lavoro c'è molto di più e l'heavy metal è trascurabile. Sono due brani strutturati come suite, con variazioni, movimenti e repentini cambi di umore sempre funzionali, ritmi alternati, soluzioni sofisticate, a volte dissimulate, e partiture intelligenti che possono talvolta apparire elementari. Contrapposizioni di suoni trattati, wah wah a profusione, phaser, effetti eco di ispirazione space dub e spettacolari linee di chitarra ottusamente carica di seducente sapore lavico. Linee di chitarra ascendenti, che s'inerpicano sui sentimenti delle armoniche figuranti del basso. Brani a forma libera, ma organizzata ed è piacevole inciampare sugli ossimori disseminati lungo il percorso, alla scoperta di questo album spettacolare. 

 

La facciata A, Curse of the Ninth, é scolpita nella solenne magnificenza dei Led Zeppelin bucolici, partendo con chitarre fantasma, clarinetto rarefatto ed errabondo, per mutare, dopo appena due minuti, introdotto da una spessa batteria, in puro stoner rock minaccioso ed astoriainquietante, corde vocali corroborate da tè alla menta ghiacciato sorseggiato nel deserto nord africano, sabbia portata dal vento, ugola rubata a gruppi hard rock dei primi seventies e cascate di effetti wah wah, che si interrompono magicamente per sfociare in fresche acque meditabonde, solcate da flauti e percussioni di velluto agreste. La seconda facciata, The Siege, esplora la parte dell'anima rivolta all'espansione mentale, partendo da derive jazz che impollinano la tessitura stoner, per debordare in orchestrazioni prog rock, ma, attenzione, non si parli di jazz-rock o fusion, perché qui si ricorre al free jazz per sostenere partiture musicali che sembrano dirette dalla carcassa del bisonte di copertina, con addosso il tuxedo di Herbert Von Karajan e Kamille con gli amici che suonano come spalleggiati dalla London Sinfonietta. A volte i momenti più riflessivi evocano passaggi space age e ci si ritrova a sorseggiare Martini nella lounge room di una qualsiasi stazione lunare.

 

I ritmi si fanno nuovamente incalzanti con tastiere memori delle sperimentazioni di Keith Emerson, effetti Moog, cori arrangiati rincorrendo le armonie e gli impasti vocali di matrice Yes,  per rallentare nuovamente, flessuosi, con le chitarre ipnotiche della Ju-Ju music. La creatura Grand Astoria non può essere né catalogata né costretta in confini. A volte è posseduta da singulti spaced freak out, come si trovasse all'interno di un'astronave astoria1vagabonda dell’iperspazio, rifornendosi alle stesse stazioni di servizio utilizzate da Hawkwind e Corrieri Cosmici. Tutta l'opera è permeata dal free jazz, nella sua incarnazione di sax spirituale, etereo, puntiforme e contaminato di impressioni Art Ensemble Of Chicago, con suoni sublimi che forniscono l'intelaiatura a spartiti musicali interpretati da musicisti che sembrano arroccati all'interno delle depressioni più infuocate della Death Valley, con strumenti che anelano al ghiaccio cosmico delle tempeste di Alpha Centauri. I Grand Astoria stupiscono per davvero, pongono la Russia sulla mappa del rock usando i classici strumenti, le modalità e i canali di tale espressione artistica per realizzare combinazioni innovative, con stile ed equilibrio impeccabili.

 

N.B.Vincebus Eruptum Recording ha annunciato che realizzerà una edizione limitata, in vinile, di 300 copie numerate a mano, di “The Mighty Few”. 100 copie saranno colorate e le restanti nere. L’uscita è prevista per ottobre 2015 ed il disco può essere prenotato direttamente sul sito.

 

Voto: 8/10
Francesco Belli

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