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15 Maggio 2012

Trembling Bells & Bonnie Prince Billy THE MARBLE DOWNS

2012 - Honest Jon's
[Uscita: 09/04/2012]

Bonnie Prince Billy  Scozia   #consigliatodadistorsioni

 

Trembling Bells sono un eclettico collettivo folk di Glasgow fondato dal batterista Alex Neilson nel 2008, formato  dalla vocalist/chitarrista/tastierista Lavinia Blackwall, dal bassista/vocalist Simon Shaw, e dal chitarrista/armonicista/guitarist Ben Reynolds, che soprattutto dal vivo ama allargare l’organico ad una sezione di fiati, suonatori di fisarmonica, e ad una compagnia di ballerini. Hanno inciso tre album, “Carbeth” (2009), “Abandoned love” (2010), “The Costant Pageant” (2011), tutti su Honest Jon’s, l’etichetta di Damon Albarn, per cui esce anche questo “The Marble Downs”. E’ proprio con Lavinia Blackwall che Bonnie Prince Billy - o Will Oldham, come preferite – si avvicenda  alle parti vocali in tutti i 10 brani, con movenze estremamente eleganti e fascinose. 

 

Questa nuova esperienza dell’instancabile e versatile songwriter americano lo vede coinvolto in una dimensione corale  molto lontana dall’isolazionismo espressivo  - sua precipua prerogativa - che aveva caratterizzato anche il  pur ottimo  lavoro precedente, “Wolfroy goes to town”, uscito  alla fine del 2011 su Drag City. A far la parte del leone in questi ‘solchi’ è prima di tutto l’accentuato cromatismo strumentale dei Trembling Bells, fiati, tastiere, chitarre, archi che si incrociano e sovrappongono a formare eleganti, godibili intarsi sonori: ad essere rievocati sono gli spleen musicali elisabettiani, quelli aulici delle corti medievali anglosassoni, ma anche le preziose atmosfere di bands seminali  del folk-rock  inglese 60–70 (Fairport Convention, Pentangle, Incredible String Band) sebbene con uno sfarzo strumentale maggiore ed una sensibilità più moderna, e certo delicato prog classicheggiante coevo (Renaissance, Illusion). 

 

Certo a rafforzare questa impressione è anche la voce sopraffina  e cristallina dl Lavinia Blackwall, che riporta alla mente tante fantastiche e perdute storie folk del passato. Bonnie Prince Billy non si prodiga in sforzi eccessivi per inserirsi in questo quadro quasi barocco, si limita con molta semplicità – ed efficacia - ad incastonare la sua espressività vocale discreta ed umbratile, sfoggiando con la Blackwall dei duetti-controcanti mirabili, incantevoli: stupiscono per i toni solenni e ieratici che riescono a raggiungere (Lord bless all). Per una volta è un songwriter americano a trasferirsi in terra d’Albione e a ripercorrerne con modestia e disponibilità i fasti passati: per una Holly Golightly trasferitasi armi e bagagli in quel di Athens, Georgia, a coccolare con la sua chitarra la religiosità bigotta degli indigeni, un Bonnie Prince Billy che una curiosità morbosa di conoscere le sue origini ataviche, nonché la chimera di un utopistico completismo artistico, spingono a risalire sulla Mayflower, ed a compiere a ritroso il lungo viaggio per mare compiuto dai suoi avi.

 

  • * La pubblicazione di “The Marble Downs”  è stata preceduta, tre giorni prima, da quella a nome Trembling Bells featuring Bonnie Prince Billy sempre per la Honest Jon’s, dell’EP “Duchess”, otto brani inediti rispetto il contenuto dell’album successivo: quattro eseguiti dai T.B con B.P.B. e quattro con Muldoon's Picnic.
Pasquale Boffoli

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