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1 Ottobre 2016 ,

Deerhoof THE MAGIC

2016 - Polyvinyl Records
[Uscita: 24/06/2016]

Stati Uniti   #consigliatodadistorsioni  

 

Deerhoof_The_Magic_album_coverEscudendo le collaborazioni, "The Magic" è il tredicesimo album in studio dell'eclettica e prolifica band californiana Deerhoof, nata a San Francisco nel 1994. Come di consueto la formazione della band è cambiata più volte nel corso degli anni, ma la leadership di Greg Saunier (batteria e voce) non è mai venuta meno. Satomi Matsuzaki (basso e voce) e John Dieterich (chitarra) sono da vent'anni nella line-up, completata dall'altro chitarrista, Ed Rodríguez, subentrato otto anni fa. A conferma di quanto già ascoltato nei lavori precedenti, questo The Magic ribadisce chiaramente che i Deerhoof non sono una indie rock band come tante. Freschi dalla recentissima collaborazione con l'orchestra Ensemble Dal Niente, insieme a cui hanno pubblicato solo alcuni mesi fa un disco dal titolo "Balter/Saunier", sin dal primo brano i Deerhoof travolgono l'ascoltatore con una vera e propria valanga di sonorità sperimentali e di spunti creativi quasi sempre ben sviluppati. Ci sono letteralmente più idee in questo disco che in diverse dozzine di album indie rock, vecchi e nuovi.

Non sorprende, quindi, che artisti del calibro di Saint Vincent, Foo Fighters e Stereolab citino sistematicamente i Deerhoof tra le loro principali influenze e fonti di ispirazione artistica. Si comincia con l'ottima The Devil and his Anarchic Surrealist Retinue, in cui a dominare è una dissonanza armonica che si fonde con elementi pop e rock in modo praticamente perfetto. La voce della Matsuzaki, più che cantare, cesella e tesse trame tra sonorità sperimentali e repentini cambi di tempo.

deerhoof-press-photo-2015-1c-770x470Di tutt'altro tono Kafe Mania!, più aggressiva, ma sempre lontanissima da ogni stereotipo di genere. Ai brani più sperimentali si alternano di tanto in tanto anche brani di indie rock più tradizionale, ma tutti di ottimo livello, come That Ain't No Life to Me, Dispossessor, Acceptance Speech oppure Criminals Of The Dream, forse un filo troppo lunga, ma godibilissima. Molto bella anche Life Is Suffering, con i suoi tempi dispari e spostamenti d'accento e Learning to Apologize Effectively, in cui la morbidezza delle linee vocali della Matsuzaki si lega senza problemi ad un sound rock cadenzato e sincopato: risultati del genere sono appannaggio soltanto dei migliori.

derLe sole cadute tono -sempre relativamente al livello di un album di per sé eccellente- sono Model Behaviour  e I Don't Want to Set the World on Fire, in cui il solito impeto creativo non raggiunge un risultato compiuto e si perde un po' per strada. Assolutamente folle il brano di chiusura, Nurse Me, in cui i Deerhoof forniscono una prova efficace di cosa significhi prendere dieci parole di testo e farne un lavoro sperimentale compiuto e convincente. Non potrebbe esserci più idonea testimonianza dello stato di grazia di questa brillante band californiana. 

 

Voto: 9/10
Valerio Pugliese

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