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5 Dicembre 2020 ,

TMO The Lodgers

2020 - Cut-Up
[Uscita: 30/11/2020]

TMO li abbiamo conosciuti e seguiti fin dai loro primi lavori ufficiali. Sono Andrea Campanella e Daniele Virgilio, amici d'infanzia e appassionati del genere di ricerca elettronico. "The Lodgers" è all'insegna di una forma di tensione latente che caratterizza i nove pezzi dell'album. Si tratta di una tensione e di un lirismo esistenzialisti, carichi di senso dello smarrimento e di inquietudine emozionale. È infatti ispirato -sul fronte cinematografico- all'esordio hitchcockiano, "The Lodger", del 1927 e musicalmente alla concezione espressionista tedesca che lo stesso maestro della suspense, Alfred Hitchcock, volle trasporre nel suo film. Quindi una forma di esasperazione e accentuazione del lato psicologico e intimistico che prevale sulla realtà oggettiva. L'atonalità, l'astrazione, la musica visiva intesa come arte multimediale, l'avanguardia di Darmstadt, l'elettronica di Stockhausen. Il torbido mistero dell'inconscio, l'austera immobilità dell'introspezione. Ma anche la volontà di opporsi all'alienazione imposta dalla concezione moderna e logico razionale per indagare, attraverso velature melodiche, la fragilità, il bisogno di ritrovare un'armonia con il circostante. Tutto l'album è intriso di una costruzione dell'atmosfera che alterna luci e ombre, riflessi, geometrie spiraliformi che richiamano la simbologia delle scale, delle alternanze umorali, delle ambivalenze tra euforia e cupezza, slanci passionali e ammutolimenti. Il background dei due autori richiama certamente figure come Ligeti (Atmospherès) tutta una serie di lavori più sperimentali, concentrati sulla timbrica, sul dinamismo che concatena i vari pattern, sui cluster e sull'esasperazione della stringa sonora tirata ed enfatizzata per esaltare le microvariazioni della nota prolungata e riverberata. Ma ancora di più questo lavoro sembra volerci riportare all'esperienza dello Studio di Fonologia Musicale della Rai che Bruno Maderna mise in piedi insieme a Luciano Berio e Marino Zuccheri. Proprio a Maderna, per il centenerio dalla sua nascita, il duo ha dedicato una versione estesa e rivisitata di Maderna's Satellite, già presente nel loro primo lavoro "HO:ME" (2015, Cut Up) e messa su piattaforma digitale dal 3 novembre 2020. Questo lavoro è poetico, vibrante, svela un lato umano ed estetico nell'impiego del suono sintetico che raggiunge il suo apice nel bellissimo pezzo iniziale Lodgers e culmina in una apertura comunicativa con Sweet Test, nel quale le note del piano si posano leggere sul tappeto di lamine metalliche dei sibili elettronici che diventano flusso di sospensione, rarefazione. "Un prato di lamine d’oro /per un corpo /fatto leggero /Allora lo spirito ha luogo /dove le lamine /non hanno più peso /non cadono più",  sempre volendo citare Bruno Maderna. Un tentativo di riappropriarsi di un centro e di un cuore malgrado la dispersione e il senso di estraneità, una voglia di opporre rivolta e bellezza a disfattismo, solitudine e abbrutimento. Da segnalare anche Wear The Tears ispirata ai corrieri cosmici teutonici e Lontano Paesaggio con il gioco di stridori e battimenti prolungati e riverberati capaci di evidenziare vacuità, silenzio, ampiezza dello spazio. Il suono lenitivo, il suono taumaturgico usato per farci intravedere la musicalità del mondo.

Voto: 8/10
Romina Baldoni

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