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6 Ottobre 2015 ,

Mercury Rev THE LIGHT IN YOU

2015 - BellaUnion
[Uscita: 02/10/2015]

Stati Uniti   #consigliatodadistorsioni     

 

revIl gruppo più romantico dell’indie rock a stelle e strisce, Mercury Rev, torna dopo un’assenza di ben sette anni, e dopo un disco, “Snowflake midnight”, che non aveva entusiasmato chi scrive e i fan in generale. Il nucleo del gruppo è ridotto a due elementi, Jonathan Donahue e Grasshopper (Sean Mackiowiak); Dave Fridman, bassista, produttore artistico e orchestratore, che col suo sound caratteristico aveva indirizzato la musica del gruppo (e di molti di gruppi negli ultimi anni, vedi Flaming Lips e Delgados) in maniera massiccia, non è più membro della band. Questo nuovo album, “The light in you”, non segna un mutamento nel suono della band, che rimane fedele al pop sognante e maestoso che la caratterizza da “Deserter’s song” in poi.

I primi due brani sono lenti, romantici, l’orchestra è presente, più sottotraccia rispetto alle prove precedenti, ma ha un ruolo fondamentale. Flauti, arpa, archi, sottolineano The queen of swans e Amelie, brani di grande atmosfera, che però rischiano l’effetto confetto. In You’ve gone with so little for so long orchestra, glockenspiel e tastiere sfiorano pericolosamente la colonna sonora da film di Walt Disney, per fortuna entra in campo la batteria a ricordarci che è comunque musica rock quella che ascoltiamo.

 

mercury_rev.jpg.pagespeed.ic_.qiDrGzF05X-770x470Coi brani successivi la componente rockettara si fa più forte, il ritmo più presente, in Emotional freefall abbiamo persino una swingante sezione fiati, poco sfruttata però; rimangono certo le orchestrazioni complesse, sempre danzanti al confine tra onirico e stucchevole che, nel bene e nel male sono la cifra distintiva del suono dei Mercury Rev. Sorprendente, anche per il fan di vecchia data, Sunflower, brano molto soul, basso rotolante e sezione di fiati molto presente, piuttosto diversa dai canoni usuali del gruppo, ma tra i brani più riusciti, con le sue aperture psichedeliche e tipicamente californiane.

Atmosfere simili nella conclusiva Rainy day record, brano molto allegro, ma in generale tutto il disco è lontano dalla malinconia che segnava alcuni dischi precedenti; ovviamente se questo deriva da una scelta creativa o da cambiamenti nella vita dei musicisti non ci è dato saperlo.

 

mercury_rev_1140_641_60Nell’insieme The light in you è un disco riuscito, la qualità della scrittura è buona. Per chi scrive il picco creativo dei Mercury Rev, perlomeno da quando Jonathan Donahue ha preso le redini del gruppo, è “The secret migration”, che però è il disco dove le sontuose orchestrazioni sono meno presenti e la vena rock e psichedelica del gruppo emerge più fortemente. I Mercury Rev, grazie al binomio tra la voce inconfondibile di Jonathan, e la forte componente orchestrale, a volte eccessiva, sono tra i gruppi più immediatamente riconoscibili del panorama musicale del terzo millennio. Sono il classico gruppo prendere o lasciare. Noi li abbiamo presi, e ora passiamo la palla, pardon il disco, al lettore.  

 

Voto: 7/10
Alfredo Sgarlato

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