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6 Dicembre 2017 ,

Sufjan Stevens THE GREATEST GIFT

2017 - Asthmatic Kitty Records
[Uscita: 24/11/2017]

Stati Uniti

 

Carrie & Lowell” è stato un disco importante, di quelli che hanno lasciato un segno sul cuore per la delicatezza con cui Sufjan Stevens ha deciso di raccontare l’elaborazione del perdono della madre sul letto di morte, dopo che la stessa lo aveva abbandonato quando era ragazzino. L’intensità contenuta in quelle canzoni era a tratti insostenibile proprio per il modo con cui veniva liberato il dolore facendolo risuonare liberamente e senza l’interfaccia di alcuna metafora. Quelle canzoni facevano male perché contenevano la verità di una storia personale e il coraggio di volerla scrivere come appunti di un viaggio che giunge a una destinazione inesorabile, ma che rende umani. Ritornare a distanza di due anni in quelle stanze può rappresentare un esorcismo che aiuta a sconfiggere la paura del buio, a superare il pudore di rileggere parole antiche scritte su lettere nascoste per non essere trovate da nessuno. Così ha fatto Sufjan Stevens con “The Greatest Gift”, raccolta di demo e outtakes da cui si evince il work in progress della scrittura, oltre a vari remix di brani dell’album rivestiti di una foggia del tutto diversa e volutamente disinnescati dalla loro originaria carica di intensità. Il risultato deve essere preso con le dovute cautele, in quanto siamo di fronte a un lavoro che restituisce una prospettiva complementare a “Carrie & Lowell”, facendo comprendere ciò che quelle canzoni sarebbero potute essere se fossero state concepite diversamente e quello che ne rimane della loro identità.

 

0010184835_10Mentre i provini registrati con un semplice iPhone funzionano perché è più marcata l’impronta che hanno poi assunto nella versione finale, le rivisitazioni in chiave elettronica possono essere apprezzate superando l’aspettativa delle suggestioni trasmesse dalle versioni originali. A tali condizioni il gioco funziona, al netto di qualche episodio meno riuscito per un eccesso di produzione. Tra i credits dell’album compaiono figure di spicco come Roberto C. Lange (aka Helado Negro), al lavoro su Death With Dignity e All Of Me Wants All Of You, Thomas Bartlett (aka Doveman) che ha reinterpretato Exploding Whale, brano precedentemente disponibile solo in versione 7 pollici, e James McAlister (aka 900X) a cui è toccato rimaneggiare la splendida Fourth of July, riuscendo a non tradirne la sottile spirale armonica. Filologicamente interessanti si rivelano le versioni ec45c933demo di Drawn to the Blood e di John My Beloved, registrate con un iPhone che riesce a catturare tutta la loro fragilità, oltre a quattro brani inediti scritti durante le sessioni di “Carrie & Lowell. E’ indubbio che il valore di “The Greatest Gift” viene definito alla luce di un’opera transitoria, poiché non è disco da consigliare a chi intende avvicinarsi per la prima volta all’immaginario del cantautore del Michigan, pur contenendo intuizioni molto alte. Tuttavia, chi ha pianto sulle note di Death With Dignity vada a riascoltare l’originale. La perfezione si raggiunge una sola volta.

Voto: 7/10
Giuseppe Rapisarda

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