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17 Novembre 2017 ,

Emmanuelle Sigal TABLE RASE

2017 - Brutture Moderne
[Uscita: 17/11/2017]

Francia-Italia-Israele    #consigliatodadistorsioni

 

Nella storia della musica rock non è infrequente che il primo disco resti per lungo tempo il migliore di un artista, ci pare invece che lo stesso non possa dirsi per la musicista franco-israeliana, ora di stanza a Bologna, Emmanuelle Sigal che con questo suo nuovo lavoro fa un deciso passo avanti rispetto al pur riuscito esordio “Songs from the Underground”. E visto che squadra che vince non si cambia, anche “Table Rase” esce per Brutture Moderne, etichetta di Francesco Giampaoli che anche produce e suona basso, moog, piano e mellotron, alla batteria e percussioni c'è ancora Diego Sapignoli e chitarre e mandolini sono appannaggio di Marco Bovi, mentre Enrico Farnedi è ai fiati e al mellotron e Marc Ribot suona chitarra acustica ed elettrica e mellotron in sei dei nove brani. Emmanuelle Sigal mostra una straordinaria versatilità sia a cantare in lingue diverse, francese, italiano, inglese, sia a usare molteplici registri nelle varie canzoni, dal maliziosamente spensierato dell'esuberante title track al sognante e romantico di Rien Qu'des Yeux Pour Toi, profumata dai languori del deserto e dalla magistrale chitarra di Marc Ribot, dall'intima compenetrazione di Laisse Les Parler all'ironica follia di Never Give Jam To Pigs.

 

La voce suadente e adolescenzialmente sexy di Emannuelle Sigal vibra con eleganza e spigliatezza, donando indubbio fascino alle singole tracce, ma quel che fa sì che questo disco si innalzi sulla media di altri prodotti simili, è l'alta qualità degli arrangiamenti e della musica. D'altronde gli esuberanti e allo stesso tempo calibratissimi arrangiamenti del disco si avvalgono di un gruppetto di musicisti di valore e in evidente stato di grazia, si spazia con agilità e freschezza dallo swing, al jazz, al blues, al tex mex, a Morricone, al country, merito anche dell'accorta produzione di Giampaoli.  Ma, senza per questo voler far torto agli altri eccellenti musicisti, da Marc Ribot e Marco Bovi le cui corde donano suggestive atmosfere, a Farnedi i cui fiati pulsano ritmo e maxresdefaultgiovialità, all'ottimo  polistrumentista Francesco Giampaoli, memore delle atmosfere fra Romagna e frontiera dei Sacri Cuori, ci corre obbligo di segnalare il magistrale e fantasioso drumming del sempre più bravo Diego Sapignoli che non si limita a dettare il ritmo, ma fra tamburi e le più diverse percussioni spesso dà il tono complessivo ai brani, sa essere allo stesso tempo esuberante e misurato, nulla appare eccessivo, tutto sembra invece necessario, per rendersene conto basti ascoltare Table Rase o Telephone Call From Istanbul

Voto: 7,5/10
Ignazio Gulotta

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