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19 Agosto 2012 ,

Dirty Projectors SWING LO MAGELLAN

2012 - Domino
[Uscita: 9/07/2012]

Dirty Projectors  “SWING LO MAGELLAN# Consigliato da DISTORSIONI

 

Sono un innamorato precoce della musica rock, che ascolto ormai da più di quarant'anni. Non sono uno di quelli che pensano che il rock sia finito quando i gruppi della sua generazione hanno perso la vena, continuo sempre a cercare le novità. Però devo ammettere che da un po' di anni mi è difficile trovare qualcosa che mi colpisca in pieno. È successo con mio grande piacere alcuni anni fa, quando ho comprato “The Getty address”(2006) dei Dirty Projectors. Mi era impossibile paragonare la loro musica con qualcosa di già sentito, se non col Van Dike Parks di “Discover America”, non certo un best seller. L'ottima impressione mi fu confermata dal seguente “Bitte orca”(2009). Adesso arriva questo nuovo album, che è il tipico disco che la critica ama definire “della maturità”. Si perde in stranezza e si acquista in felicità compositiva. Il gruppo intraprende una strada più fortemente pop. Adesso è più facile trovare influenze, soprattutto nel cantato del trentunenne Dave Longstreth, autentico dominus della band, che qui ricorda spesso quello di Donald Fagen.

 

I fan della prima ora però non rimarranno delusi: sin dal primo brano, Offspring are blank, la miscela di armonie vocali dissonanti, ritmi sghembi e atmosfere tropicali che rende unica la band di Brooklyn, si rende manifesta. Qui però ci sono esplosioni di chitarre elettriche a cui i Dirty Projectors non ci avevano abituati. Il lavoro di cesello sugli arrangiamenti è sempre sorprendente: sembrano minimali e invece sono ricchissimi, con continui cambiamenti. Un brano come About to die o Dance for you, se non avesse questo uso così peculiare di chitarre e percussioni, potrebbe essere una gemma pop rubata agli Steely Dan (band che Longstreth afferma di conoscere poco), ma affiorano anche ricordi di Beatles, nel bellissimo break di archi orientaleggianti.

 

Ancora più beatlesiana la melodia perfetta di Gun has no trigger (parentesi: molti anni fa non c'erano dubbi, ascoltando un gruppo, nel capire se fosse inglese o americano. Oggi è molto più difficile).  Anche la musica di Canterbury ha lasciato il segno: Maybe that was it potrebbe essere un inedito dei Caravan (ma anche di XTC o Joe Jackson), mentre non trovo quelle somiglianze con Gentle Giant e PFM che altri hanno colto. Ci sono anche brani dove le stranezze compositive spariscono, vedi la title track, riuscito quadretto bucolico sulla scia di certo pop intimista di metà anni '80 (Aztec Camera, Prefab Sprout). A volte Dave lascia il microfono alle sue accompagnatrici Amber Coffman e Haley Dekle, avvicinandosi così a Magnetic Fields, altra band pop alternativa che però negli ultimi lavori segna un po' il passo.  Se si cerca la canzone perfetta qui ce ne sono a bizzeffe. Disco dell'anno? Perché no. 

Alfredo Sgarlato

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