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15 Marzo 2013 , ,

Townes Van Zandt SUNSHINE BOY THE UNHEARD STUDIO SESSIONS / DEMOS 1971-1972

2013 - Omnivore Recordings
[Uscita: 5/02/2013]

Townes Van Zandt  SUNSHINE BOY THE UNHEARD STUDIO SESSIONS & DEMOS 1971-1972 2013 Omnivore RecordingsIl texano Townes Van Zandt è uno dei grandi artisti dimenticati dell'universo musicale americano. Un songwriter dal gusto sopraffino, una calda voce ed una bella sequenza di album da fare invidia al meglio della scena a cavallo fra i tardi sessanta ed il decennio dopo. Per esigenze familiari è stato un viaggiatore forzato, girovagando fra Illinois, Colorado, Montana ed altri stati, al punto che per lui è sempre stato difficile spiegare la sua reale provenienza. I suoi primi vagiti discografici sono avvenuti abbastanza tardi in rapporto alla sua età visto che il nostro aveva già accumulato una discreta scorta di composizioni nella propria adolescenza. Con Guy Clark, Jerry Jeff Walker and Mickey Newberry formò nel 1968 un poker di grandi autori, folk troubadours,  che adesso molti tardivamente stanno rivalutando. Nel periodo che va dal 1968 al 1972 sono usciti ben sei dischi a suo nome, uno migliore dell'altro e da consigliare spassionatamente. Sotto trovate la sua discografia, qui mi preme consigliarvi il fondamentale box "Texas Troubadour" con 4 cd della Charly edito nel 2005 - si dovrebbe trovare ancora in giro - con dentro ben 7 album interi, più varie outtakes e live recordings.

 

Un disco imprescindibile che chiunque ama il cantautorato del continente americano dovrebbe possedere, perfetto per gli estimatori di magnifici artisti come Phil Ochs, David Wiffen, Eric Andersen, Fred Neil e via dicendo. Questo "Sunshine Boy The Unheard Studio Sessions & Demos 1971-1972 " rappresenta un' ottima occasione per redimersi, fare ammenda, e dare il giusto riconoscimento ad un genio musicale unico. Sono ben due dischi ricchi di meraviglie sonore che testimoniano la grandezza del personaggio, come narra il titolo sono del periodo 1971-1972 ovvero in piena maturità di Van Zandt. townesIl disco di riferimento è in particolare lo splendido “High low and in between” (1972) qui riproposto nella quasi totalità con versioni non troppo distanti dagli originali che ne fanno uno degli album migliori registrati da Townes. Ma per lui è davvero difficile sceglierne uno. Bellissime da questo disco You are not needed now, Highway kind  e To live is to fly tre ballate di grande fascino ma pure il country vivace di Blue ridge mountains lascia il segno. Sul primo disco le cose più sorprendenti sono le tre cover presenti, con una scelta davvero azzeccata. Aprono il disco proprio due rifacimenti di celebri canzoni, T for Texas di Jimmie Rodgers, qui in versione molto più lenta di quella famosa dei Lynyrd Skynyrd - ma non potrebbe essere altrimenti - ed il superclassico Who do you love, che Townes rivisita a suo modo, pur rispettoso dell'originale di Bo Diddley. 

 

Ma il vero botto è Dead Flowers di rollingstoniana memoria, che si adatta perfettamente alle corde vocali del texano, una versione che solo il compianto Gram Parsons avrebbe potuto rendere migliore. Forse. Il secondo dischetto presenta altre cose deliziose come Heavenly houseboat blues, che è bella come il suo titolo. Van Zandt la compose a due mani con un altro grande, Guy Clark. Il blues malinconico di Diamond Hell blues è sulle tracce del Robert Johnson imprendibile maestro, lo slow di When offers his hand fa scendere lacrime copiose ma  Mr.Mudd & Mr. Gold e Standin' non sono certo da meno. Che grande artista era Van Zandt e lo voglio gridare. Da noi tanti lo confondono addirittura con Ronnie Van Zandt, il grande vocalist dei Lynyrd Skynyrd, scomparso fra le fiamme dell'aereo precipitato il 20 ottobre del 1977 a soli 29 anni. L'unica cosa in comune fra i due è che purtroppo la morte ce li ha portato via prematuramente. Townes Van Zandt che in gioventù era soggetto a crisi maniaco-depressive e tendenze schizofreniche cedette ad un attacco di cuore quando aveva soltanto 52 anni, nella sua casa nelTownesVanZandt Tennessee. Di lui dice  con molta enfasi Steve Earle "Townes Van Zandt è stato il più grande compositore di sempre, e metterei i miei stivali da cowboy sul tavolo di Bob Dylan per dirlo". Un' esagerazione ma che rende l'idea della stima di cui gode presso gli altri texani che lo considerano il loro naturale punto di riferimento. Il destino volle che Van Zandt trovasse la pace eterna lo stesso giorno di Hank Williams, il 1° gennaio (1997) suo idolo e nume tutelare di sempre. Corsi e ricorsi, segnali e coincidenze dal meraviglioso mondo della musica rock. Goodbye Townes.

 

Voto: 8.5/10
Ricardo Martillos

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