Migliora leggibilitàStampa
16 Ottobre 2012 , ,

Donald Fagen SUNKEN CONDOS

2012 - Reprise
[Uscita: 16/10/2012]

Donald Fagen “SUNKEN CONDOS”

# Vivamente consigliato da DISTORSIONI

 

1.

Ho scoperto gli Steely Dan sul finire degli anni 70, quando la loro parabola sembrava volgere verso un declino inevitabile. O almeno questo era il parere dei critici dell'epoca, convinti che l'eccezionale “Aja” fosse un grave tradimento alle origini del gruppo, già peraltro usurpate da “Pretzel Logic” e “The Royal Scam”, grandiosi anch'essi, almeno alle mie orecchie evidentemente maleducate. Sta di fatto che il loro “Greatest Hits”, uscito sul finire del 1978, ha preso possesso del mio vecchio (ma allora nuovissimo...) Thorens per mesi e mesi, ed è stato la colonna sonora del mio soggiorno in Friuli, al servizio del (poco) glorioso esercito repubblicano. Da allora, regolarmente, in uno qualunque degli ormai variegati sistemi audio che mi circondano, non manca una compilation dei buoni vecchi Donald e Walter, senza troppo distinguere tra dischi in gruppo o solo di Fagen (ai quali, per la cronaca, Walter Becker non ha fatto mancare la sua collaborazione) e rimane sempre altissima nella mia hit parade.

 

Tutta 'sta storia per arrivare a dire qualcosa di sensato a riguardo di questo “Sunken Condos”, ultima fatica del pigro Donald, uno che si prende i suoi tempi, visto che ci ha fatto aspettare qualcosa di nuovo dal lontano 2006, quando licenziò il  sempre ottimo “Morph The Cat”, che esce a breve. E allora, per me è difficile dire qualcosa che non assomigli ad uno sperticato elogio per questo nuovo capolavoro di dantastic music, un genere a sè, il genere di cui Donald Fagen e Walter Becker, assieme o separati, hanno l'assoluto copyright, un misto irresistibile di funk, jazz, R'n'B, reggae, rock che sfocia sostanzialmente nella “perfetta canzone pop”.

 

fagenIl disco contiene otto composizioni originali di Fagen e una poco riconoscibile cover di Out Of The Ghetto, del monumento Isaac Hayes, tutte più o meno sullo stesso, altissimo, livello, con, rispetto agli ultimi lavori dell'artista newyorkese, un accento in più sulle atmosfere funky, ma sempre con quel tocco riconoscibilissimo e raffinato che alla seconda (se non alla prima) nota, ci catapulta nelle trafficate strade di una New York notturna, più o meno reale, ma sicuramente molto vicina a come la immaginiamo. È inutile cercare i pezzi migliori e quelli meno riusciti, visto che i secondi mancano. Diciamo che restano immediatamente scolpite nei nostri timpani I'm Not The Same Without You, messa on line ad anticipare l'uscita dell'album, un pezzo che trabocca di groove, con un ritornello pernicioso,  l'ultrafunk di Slinky Thing, con un piano elettrico vintage irresistibile e il funk-blues chitarroso di Weather In My Head. Dire che per me è un disco consigliatissimo, a questo punto, è più che ovvio.

 

Luca Sanna

 

2.

A sei anni di distanza da "Morph The Cat" è tornato con un nuovo album solista (il quarto) l'ineffabile Donald Fagen. Il co-leader degli Steely Dan pubblica "Sunken Condos", letteralmente "Condomini affondati". Gli estimatori del genio del New Jersey nutrivano grandi aspettative per questo disco co-prodotto da Donald Fagen con il suo fido collaboratore Michael Leonhart. Otto nuovi brani composti da Fagen e la cover tiratissima di Out Of The Ghetto del Mosè nero Isaac Hayes. Il progetto è stato anticipato circa un donald fagenmese fa dal primo singolo I'm not the same without you in cui Donald Fagen ci offre una storia di perseveranza e di amore trionfante dopo un fallimento. Non ci troviamo di fronte ad una banale e sdolcinata catarsi lirica e melodica. Fagen rimbalza sul pentagramma tra scanalature funk con morbidi accordi di pianoforte, riff di chitarra sensuali e sinuosi, e si spinge in avanti con un sorriso beffardo attraverso i tempi tristi che ogni separazione porta inevitabilmente con sè. 

 

Il narratore alla fine del brano non solo sopravvive al fallimento sentimentale ma addirittura si evolve rapidamente in qualcosa di "più che umano", almeno nella sua mente. La canzone si conclude con un assolo di armonica stupefacente affiancato da un fraseggio di ottoni da applausi interminabili. La copertina di "Sunken Condos" è una delle cose più cool viste negli ultimi anni, una specie di "Resort Atlantide" disegnata nelle profondità di un mare senza nome nè tempo. Gli episodi più riusciti dell'intero lavoro sono, oltre alla già citata I'm not the same without you, Slinky Thing impreziosita da un groove serpeggiante su una compressa linea di basso acustico, The New Breed un mid tempo condito con un Prophet-5 synth con l'aggiunta di un pizzico di mellotron e Miss Marlene sensualissima ed avvolta nell'abituale ed inseparabile shuffle.

 

donald-fagenSunken Condos arriva dopo la famosa trilogia iniziata trent'anni fa nel 1982. "The Nightfly" si manifestò all'epoca come un miracolo musicale e culturale. "Kamakiriad"  venuto alla luce nel 1993 era rassicurante e morbido come velluto, seta e cashmere. "Morph The Cat" del 2006 era ambiguo e scostante come un felino. Sunken Condos è sporco, atipico e non nasce dalla necessità di farsi piacere al primo ascolto. E' bluesy, è jazzy, è funky e tutto il contrario di queste cose. I detrattori del musicista newyorkese spesso lo accusano di essere patinato, rarefatto, plastiforme. Di certo Donald Fagen non avrà l'ematocrito di Bruce Springsteen e nemmeno il quadro proteico dei Red Hot Chili Peppers. E non pretende di averli. Raffinatezza, eleganza e disciplina musicale sono inequivocabilmente il marchio di fabbrica inconfondibile di uno degli ultimi geni della scena musicale mondiale.

 

Rosario Francesco Saverio Cafiero

Luca Sanna - Rosario Francesco Saverio Cafiero

Video

Inizio pagina