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19 Settembre 2016 ,

Garbage STRANGE LITTLE BIRDS

2016 - Pias
[Uscita: 10/06/2016]

Stati Uniti

 

GrabageNon sono certo una band prolifica i Garbage dato che con questo “Strange little birds” arrivano al loro sesto lavoro in poco più di vent’anni e diciamolo subito, lo fanno restando ancorati solidamente alle loro radici anni ’90. Nonostante le dichiarazioni di intenti della cantante Shirley Manson che ha affermato che la band  ha seguito l'istinto senza restare ancorata al passato, questo disco suona dannatamente nineties il che, per carità, non deve necessariamente essere visto come un punto a sfavore del disco, ma è un po’ strano per un gruppo di musicisti navigati e professionisti della musica immersi in contaminazioni di vario genere (nelle loro fila milita, giusto per fare un esempio, quel Butch Vig già collaboratore dei Nirvana e dei Foo Fighters di “Wasting Lights). E così ci troviamo davanti ad un disco tagliente, sospeso tra le atmosfere cupe della apripista Sometimes  o di If I lost you e Night drive loneliness, e le ritmiche ammiccanti di Empty e Blackout che ci riportano pesantemente ai primi due dischi del gruppo. Il disco mantiene una sua omogeneità e coerenza con un sapente bilanciamento tra la parte elettronica e quella maggiormente tendente alle chitarre sferraglianti , mentre i testi sono centrati su tematiche un po’ adolescenziali tipo la solitudine e la paura dell’oscurità. Qualche accenno di sperimentazione quà e la come nella metallica Magnetized o nella robotica di Teaching little fingers to play,  fino alle atmosfere orientaleggianti trip-hop della conclusiva Amends.

 

In definitiva, un buon disco che si lascia ascoltare dall’inizio alla fine e che di sicuro non deluderà i fans del gruppo e magari permetterà di acquisirne di nuovi dato che riesce a garbagesuonare a suo modo “nuovo” pur non proponendo, in effetti, nulla che si possa dire davvero tale. La sensazione, ascolto dopo ascolto è infatti, quella di trovarsi davanti ad un lavoro davvero ben confezionato (e ci mancherebbe visto l’esperienza dei nostri) ma che, volutamente, non ha voglia di confrontarsi con i suoni che girano intorno oggi, quanto piuttosto puntare su una formula  ben collaudata e di sicuro riscontro nei media. Ma probabilmente la questione sta proprio nel dosaggio col contagocce dei lavori  gruppo MI0004049676dove i membri, quotidianamente impegnati a sperimentare con altre realtà, arrivano periodicamente a ritrovarsi e rinverdire passioni mai sopite per quelle sonorità che ne hanno caratterizzato gli inizi riuscendo a risultare fedeli a se stessi senza apparirne la brutta copia. Come dicevamo all’inizio, non necessariamente un punto a sfavore o che deve svilire un disco di pregevole fattura: semplicemente, se vi aspettate qualcosa di nuovo da questi signori ormai cinquantenni e navigati probabilmente dovrete cercare altrove. 

 

Voto: 6/10
Ubaldo Tarantino

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