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6 Ottobre 2019 , ,

Moon Duo Stars Are The Light

2019 - Sacred Bones Records
[Uscita: 27/09/2019]

Realizzato in uno studio di Serra de Sintra in Portogallo con la produzione di Peter Kember (Sonic Boom, Spacemen 3, Spectrum), “Stars Are the Light” è il nuovo capitolo della discografia del Moon Duo e riprende il filo interrotto con i due volumi “Occult Architecture” (2017). Sanae Yamada e Ripley Johnson si sono lasciati trasportare dalle atmosfere lunari del luogo in cui il disco è stato registrato e dal tocco di Kember: questi due fattori, si legge nelle note, sono state le principali coordinate che hanno guidato la consueta esplorazione psichedelica e spirituale che i due si ripropongono di portare avanti musicalmente. La musica del Duo si riallaccia proprio con l’ultimo lavoro, quell’“Occult Architecture Vol. 2” che calava le incursioni space-rock in una dimensione eterea e cristallina. Partendo da sfumature dello stesso tipo, vengono approfondite sonorità legate alla cultura rave dei ’90 e alla disco music dei ’70, per cui fin dall’inizio ci troviamo in uno spazio musicale geometrico e languido, come testimoniato dalla title-track o dalla malinconica fattanza di Lost Heads; i frattali ritmici si dipanano nei rituali space-dub di Flying o Eternal Shore, mentre Fall in Your Love ammicca a scenari più solari e Eye 2 Eye inquadra l’unico riff duro dell’intero album. I pattern elettronici, spesso di chiara ascendenza kemberiana (basti ascoltare la sua Big City su “Recurring” degli Spacemen 3 e Stars Are the Light per capire…) la fanno da padroni, mentre i rigonfiamenti chitarristici di Ripley Johnson fungono da semplice contorno lisergico: il sound ieratico e glaciale che ne viene fuori porta alla mente i Suicide, band che è sempre stata una forte ispirazione per il Duo ma che mai come ora salta alla mente, anche se agli scenari di inquietante alienazione urbana, Yamada e Johnson preferiscono la ricerca di un’armonia cosmica da fricchettoni della prima ora. Prova leggermente sottotono per due degli sciamani più quotati della nuova era psichedelica, anche se quando si parla di viaggi musicali a bordo di sintetizzatori interstellari, siamo sempre pronti a partire con loro.

Voto: 6/10
Ruben Gavilli

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