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8 Settembre 2012

Rahsaan Roland Kirk SPIRITS UP ABOVE – THE ATLANTIC YEARS

2012 - Rhyno/Warner Jazz
[Uscita: 20/08/2012]

roland kirk # Necessario!

 

Se vi siete goduti gli assolo di flauto “parlati” di Ian Anderson, oppure i doppi sax di Dick Heckstall – Smith e David Jackson, beh, lo dovete a questo signore di colore, cieco dall'infanzia e, purtroppo, deceduto, troppo presto, nel 1977, a soli 42 anni, per un ictus mentre suonava sul palco della Frangipani Room, nell'Università dell'Indiana, a Bloomington. Era un tipo strano, si faceva influenzare dai sogni, dai quali aveva avuto il consiglio di cambiarsi il nome da Ronald, quello vero, a Roland, e poi di aggiungerci un ulteriore Rahsaan. Era talmente strano da riuscire a suonare contemporaneamente tre strumenti ad ancia, che si portava sul palco appesi al collo, e magari a cantare contemporaneamente. Per non farsi mancare niente, era anche un ottimo trombettista, armonicista e suonava il corno inglese. Era inoltre un virtuoso del flauto e del clarinetto. Il suo strumento principale era il sax tenore, ma, sempre guidato dai soliti fantomatici sogni, costruiva personalmente altre ance, tipo il manzello, un sax soprano con la campana presa da un mellophone, o lo stritch, un sax contralto a cui aveva tolto la campana, da utilizzare assieme al tenore.

 

Un'altra sua specialità era la respirazione circolare, che gli permetteva di emettere suoni praticamente ininterrotti, utilizzando le guance come mantice. Non era un tipo fortunato: oltre a diventare cieco da bambino a causa dell'errata somministrazione di un medicinale, fu colpito da un primo ictus nel 1975, restando semiparalizzato. Non si arrese: riuscì a modificare i suoi strumenti in modo da poterli suonare con una mano sola e riuscì ad affrontare ancora un tour mondiale, prima del nuovo, fatale attacco del 1977. I suoi concerti erano un vero e proprio evento, durante il quale Roland dava fondo a tutte le sue eccentricità, ma soprattutto al suo funambolico virtuosismo, oltre a discettare con ilrahsaan roland kirk pubblico di diritti civili e storia del popolo afroamericano, con il suo peculiare humour piuttosto stralunato. Inoltre, da conoscitore profondissimo della storia del jazz e della musica nera, sul telaio sostanzialmente soul jazz e hard bop delle sue composizioni, ha saputo innestare influenze più antiche, come il ragtime, o più moderne, come il funk di Smokey Robinson, o il free jazz, o, ancora, il pop di Burt Bacharach.

 

L'ho fatta lunga, ma inquadrare il personaggio era obbligatorio. Veniamo ora al doppio CD che raccoglie il meglio della produzione di Kirk per i tipi della Atlantic, etichetta soul per eccellenza, tra l'altro. Una lunga militanza, dal 1965 al 1976, che ha prodotto ben 14 albums, a dimostrazione della prolificità di Roland, ma anche, soprattutto, della sua genialità. La critica “seria” ha talvolta bollato le sue performance come “numeri da circo”, ma in questo disco ci troviamo di fronte ad un artista a tutto tondo, uno sperimentatore con radici nel blues e nel gospel, un solista fantastico, un grande intrattenitore, un militante dei diritti civili e degli afroamericani. Tutto questo troverete in questi due incandescenti, fantastici CD, che troveranno posto a buon diritto in ogni discoteca jazz, ma altrettanto in quella di chi ami la musica, tutta, e di conseguenza la vita stessa.

 

 

Luca Sanna

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