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9 Novembre 2017

Spirit Fest SPIRIT FEST

2017 - Morr Music
[Uscita: 13/10/2017]

Germania - Giappone

 

Una sorta di supergruppo, nato dalla stima che Markus Acher dei Notwist nutre per il duo giapponese Tenniscoats, formato da Saya e da Takashi Ueno, si cela sotto il nome di Spirit Fest. Il duo ha accettato l'invito fatto dal tedesco di trascorrere due settimane nel suo studio per incidere un album, alle cui registrazioni hanno preso parte anche Mat Fowler (Jam Money) e Cico Beck (Joasihno, Alla Input). Il risultato è un disco di piacevolissimo e intrigante avant pop, dieci tracce che trasudano charme e leggerezza, buon gusto e deliziosa armonia. Uno di quei 'dischetti' che quando li mettete nel lettore o nel giradischi vi comunicano un senso di benessere, di grazia che finisce per rendere la vostra giornata migliore o per far apparire miracolosamente un raggio di sole in una triste e uggiosa giornata autunnale. E, diciamolo pure, questo non è affatto un risultato da sottovalutare, ché è tutt'altro che facile saper giocare su toni tanto elegiaci, senza cadere nello zuccheroso e perfino nello stucchevole.

 

Se la voce di Saya si tinge di quell'ineffabile carattere adolescenziale e maliziosamente sexy che solo le voci femminili nipponche o francesi sanno darsi, si pensi alle Pizzicato Five, anche Markus Acher asseconda magnificamente la sua partner con un canto lieve e caldo e dalle venature malinconiche, come nella bellissima Rain Rain. Eccellenti anche gli arrangiamenti nei quali le suggestioni melodiche di un'elettronica sognante si sposa col tono spesso sbarazzino, che potrebbe ricordare i giocattoli musicali di Pascal Comelade, degli altri strumenti. Le dieci tracce scorrono via che è un piacere, dalla saltellante e frizzante Nambei all'intima e crepuscolare River River cantata dal solo Acher, dalle inquiete atmosfere della strumentale e rumorosa Inklings alla lenta, quasi una ninna nanna, Hitori Matsuri con le due voci che si fondono incantevoli o alla fanciullesca e irresistibile marcetta Shuti Man. “Spirit Fest” assolve davvero alla funzione catartica della musica, un balsamo dolce contro il logorio della vita moderna.

Voto: 7,5/10
Ignazio Gulotta

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