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24 Aprile 2023

Daniela Pes Spira

2023 - Tanca Records
[Uscita: 14/04/2023]

Ogni isola è un organismo unicellulare, una monade che si autoalimenta dando vita a tradizioni e riti per fare fronte alla necessità di sopravvivere ad una Natura sovrastante. La Sardegna, così come la Sicilia, non si sottrae a questa regola. L’accordo dell’uomo con la propria terra impone nuovi codici e linguaggi di interpretazione della vita. L’immaginario di Daniela Pes si radica in una Sardegna trasfigurata, da proteggere in una trincea scavata sul terreno della conservazione di origini ed identità, il tutto per contenere quella deriva di dispersione che inevitabilmente porta con sé il futuro. Idealmente è una musica che guarda ad un pericoloso avvenire piegandolo alle istanze di una poetica fatta di versi antichi come formule incomprensibili. “Spira” è l’album di esordio dell’artista di Tempio Pausania, prodotto da Iosonouncane con cui condivide non solo la stessa provenienza geografica, ma l’attitudine di captare l’insondabile turbinio dell'esistenza, come vibrazioni di luoghi primordiali tradotti in flebili segnali radio. Allo stesso modo di “Ira” di Jacopo Incani, “Spira” registra il movimento delle ombre proiettate sul fondo della caverna di Platone, mentre alle spalle la realtà scorre fluida. Basti l’ascolto dell’armonizzazione di Ca Mira sviluppata lungo i binari di un sostrato monofonico per immergersi nelle pieghe di arcaiche celebrazioni di silenziosi passaggi attraverso le tenebre, oppure nelle pulsazioni di Illa Sera e del suo raga mesmerico. La sensazione è che con lo scorrere dei brani la voce acquisti una progressiva profondità e complessità, come succede in Carme (in cui si avverte particolarmente l’imprinting di Incani) le cui nuances ricordano il rigore di Ginevra Di Marco. Colpisce la drammaticità scarnificata di Ora e della discesa in una sottostruttura di synth. Al minuto 2.41 di Làira si apre una litania delicatissima che si fa strada attraverso le strette di una tessitura di drumming legnoso, mentre Arca costituisce uno dei momenti più alti della tracklist: il suo toccante lirismo rivestito della livrea di un’alba elettrica definisce un punto di prosecuzione concettuale con “Ira”. In conclusione, gli oltre dieci minuti del A Te Sola, prima valzer per anime in cerca di una salvezza che non arriverà, poi scansione ritmica di un ballo sempre più disperato. Le sette tracce sono come il canto proveniente da una terra antica governata dalla liturgia delle stagioni e di una religione che ha scardinato i propri dogmi con il dolore per conquistare la liberazione. Di certo uno dei dischi più interessanti di quest’anno.

Voto: 8/10
Giuseppe Rapisarda

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