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30 Dicembre 2016 , ,

Cheena SPEND THE NIGHT WITH…

2016 - Sacred Bones Records
[Uscita: 05/08/2016]

Stati Uniti   #consigliatodadistorsioni     

 

cheenaCheena sono un supergruppo di supernewyorchesi che emergono dalle scene noise ed hardcore della città per un risultato inaspettato. Walker Behl viene dai Crazy Spirit, Margaret Chardiet è in realtà Pharmakon, Logan Montana ha altri due gruppi, Hank Wood e Hammerheads, Keegan Dakkar fa parte degli Anasazi. Il concetto che sta dietro questa curiosa band è far vivere tramite disco l'esperienza delle notti newyorchesi, un'esortazione a rimanere ancora un po' a divertirsi insieme. Se si ha un po' di familiarità con i gruppi dei singoli, si noterà che i cinque calcano qui territori decisamente meno estremi. L'anno di grazia a cui si guarda potrebbe essere uno qualunque della NYC pre-'76/'77, prima dell'esplosione del punk-rock e il luogo è uno di quei crocicchi nel Lower East Side in cui si incrociarono hard-rock, glam-rock e blues-rock.

Cheena (1)Perciò non si stupirà nessuno se i Cheena suonano esattamente come un mix di  New York Dolls, Rolling Stones, Lou Reed, Stooges e tutto quello che è stato antagonista negli anni '70 tranne poi pagare un forte tributo ai Gun Club, complice la minuziosa chitarra slide di Montana. Le accuse di essere un gruppo di poseur, di voler affermare un gusto estetico piuttosto che musicale si scontrano all'inizio dell'album con l'assalto disperato di Cry For Help, sferragliando sui binari fantasma di un blues-rock che continua poi con le convulsioni di Fever. Il canone Cheena è definito invece dalla doppietta Car e Stupor che rappresentano i singoli perfetti; ancora una band scalciante e scalcinata in 7 Nights e Lost My Way, all'insegna del garage-rock cheena2più allucinato. Tarzan torna sulle piste indiane dei Gun Club, M.E. è puro glam-rock; l'unica traccia che risente delle influenze noise-hardcore è Liberated Animal e rimane il momento di maggior intensità insieme al country-rock ubriaco di Electric Snoopy Gang che con i suoi 5 minuti e mezzo fa volare la band verso il top tra i discepoli di Jagger e Richards. Il tutto si chiude dopo poco più  di una mezz'ora in un turbinio vertiginoso di scorribande blues, riff hard, melodie glam e country. Anziché chiedersi se i Cheena siano dei poseur o meno, si dovrebbe cominciare a ipotizzare seriamente che l’etichetta Sacred Bones ha pubblicato uno dei dischi garage più notevoli dell'anno.  

 

Voto: 8/10
Ruben Gavilli

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