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19 Marzo 2013 , ,

Black Rebel Motorcycle Club SPECTER AT FEAST

2013 - V2
[Uscita: 18/03/2013]

Black Rebel Motorcycle Club SPECTER AT FEAST L’ineluttabile stanchezza colpisce il nuovo Black Rebel Motorcycle Club. Polvere e sabbia la fanno da padrone e ciò che di buono fu è ora oblio. Riponevo buone aspettative in “Specter at Feast”,  sono sincero, mi sbagliavo. Tanta carne al fuoco la loro, carriera decennale, consueto look  in giubbotti di pelle, occhiali da sole, jeans attillati, grandi successi ed una miriade di anthem (Whatever Happened to My Rock 'n' Roll,  Spread Your Love, Weapon of Choice, Ain’t No Easy Way, Love Burns) da tramandare ai posteri ma all’alba del nuovo anno tutto sembra essere stantio. Non brilla più la proposta musicale, non mordono i loro riff granitici. Scorrendo le dodici tracce del nuovo album si riscontra una certa evanescenza in un eterno ritorno di trame sonore già ripetutamente sperimentate. La miscela rock-blues-garage dai riff energici che ci stregò all’epoca delle prime prove appare oggi poco incisiva, mal confezionata, scialba nelle sue componenti.

 

Appare quindi sintomatico che a spiccare in particolar modo sia nientemeno che una cover, nonché singolo apripista, Let the Day Begin dei Call, trascinante blues metropolitano che lasciava presagire ben più interessanti sviluppi per l’album a venire. Purtroppo invece ci tocca annoiarci con gli episodi più rock (Hate the TasteRival, Teenage Desease), trainati dal medesimo riff  tanto da perdersi uno dentro l’altro, e rimanere quanto meno  interdetti per gli episodi più dilatati (le scorribande in territori folk/pop  piuttosto pretenziose in Lullaby, o lo stucchevole shoegaze di Returning). Non brillano particolarmente nemmeno le successive Some kind of ghost e Sometimes the light, che provano a declinare la componente lisergica del sound della band in chiave più metafisica e desertica. Poca cosa, giacché si tratta di brani scarsamente incisivi, esperimenti buttati lì per inframmezzare con qualche variazione il manierismo consueto. Consegniamo dunque il tutto ad un rapido dimenticatoio, un’altra band si è spenta. 

Voto: 5.5/10
Matteo 'Jimmy Jazz' Giobbi

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