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17 Marzo 2022 ,

Arctic Plateau Songs Of Shame

2021 - Shunu Records
[Uscita: 05/12/2021]

Potremmo magari passare per feticisti, ma la prima impressione di un disco per noi è data dalla copertina, dal packaging, e questo vale anche per il cd, ebbene questo “Songs Of Shame” degli Arctic Plateau è davvero bellissimo, la foto di donna coperta da un velo bianco su sfondo nero, opera di Federico Cutuli, non solo ci introduce alle atmosfere nostalgiche, dolorose,  che poi troveremo nella musica, ma ci ha subito richiamato la celebre copertina di "Closer" dei Joy Division, con riprodotta una tomba del cimitero di Staglieno. Se aggiungiamo l’originale packaging, opera di Matteo Coppola Neri e Shunu Records, possiamo dire che già questo sarebbe un buon motivo per consigliarne l’acquisto, ma naturalmente quel che più conta è la qualità della musica. Questo è il terzo album degli Arctic Plateau, la band di Gianluca Dirgilio voce e chitarra e autore di tutte le musiche e i testi, ma arriva dopo un silenzio durato quasi un decennio, finalmente interrotto da un’urgenza fisica ed emotiva di confrontarsi con i propri demoni e tormenti. Il tempo ha portato inevitabilmente dei mutamenti con una maggiore attenzione alla melodia e alla forma canzone, ma anche una predilezione per lo atmosfere shoegaze e un’inclinazione verso la new wave, i toni dark rimandano ai già citati Joy Division e ancor più ai Cure.ma i testi sono cupi, tormentati e mettono a nudo le angosce, le paure, lo scavo nell’intimo della sua anima che Divirgilio mette a nudo, evitando il solipsismo, ma evocando nell’ascoltatore emozioni e situazioni che anche lui ha provato nel corso della vita. Qualunque strofa esplicita questi sentimenti, per esempio questa, presa dalla title-track; «I'm walking from place to place, as a stranger without a face, drawn in my eyes, a lot of pain, / I'm even changing my name», dove è il senso di smarrimento, di indeterminatezza, di inadeguatezza al mondo che genera la sofferenza. E scorrendo i testi, tutti in inglese, se ne apprezza la loro qualità, la capacità di esprimere sentimenti che, come tutti quelli umani, solo il linguaggio poetico riesce a esprimere nella loro sfuggente complessità e anche contraddittorietà. In questo senso la musica assume un ruolo ovviamente fondamentale nel definire emozioni e atmosfere, innanzitutto per evitare qualunque rischio di mieloso sentimentalismo. Nelle nove tracce, più una bella bonus-track, il suono, che si avvale di influenze anche post-rock che danno vigore ed energia ai brani, si avvale di chitarre che disegnano paesaggi emozionali di grande effetto, si ascoltino a questo proposito fra le altre la bellissima Venezia e Red Flowers. Bentornati, Arctic Plateau.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Voto: 7/10
Ignazio Gulotta

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