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1 Settembre 2017 , , ,

Joan Osborne SONGS OF BOB DYLAN

2017 - Womanly Hips Records-Thirty Tigers
[Uscita: 1/09/2017]

Stati Uniti   #consigliatodadistorsioni     

 

joan osbourneAll’indomani della vittoria di Trump, scusandosi a nome dell’intero elettorato americano, Joan Osborne aveva eseguito Masters of War sottolineandone l’angosciosa attualità: ulteriore prova, se mai ce ne fosse bisogno, di quanto le canzoni di Bob Dylan si coniughino sempre al presente, necessitando di ben pochi aggiornamenti da parte degli attuali interpreti. Co-prodotto assieme al chitarrista Jack Petruzzelli e al pianista-partner della Osborne, Keith Cotton, “Songs of Bob Dylan”, già previsto per la scorsa primavera, esce il 1° settembre, a coronamento di un tour in cui la cantautrice di Louisville ha presentato una scaletta monograficamente dylaniana, realizzando un desiderio vivo in lei fin da quando aveva inserito Man In The Long Black Coat nel suo album di debutto “Relish” (1995). Ciò che emerge dall’ascolto in anteprima è la cautela con cui Joan e la sua band apportano i loro tocchi di colore agli originali, optando per soggettive variazioni tese a evidenziare le sfumature di senso dei versi di Dylan. Proprio la loro resa è un altro segno che denota l’intelligenza musicale della cantautrice, che declama le parole con voce sempre chiara e mai sopra le righe.

 

joanI tredici brani scelti dall’opera del premio Nobel evitano la “coverizzazione” muovendosi con garbo tra riproposizione fedele e riscrittura. Le libertà di intervento si colgono soprattutto sul versante del groove, che richiama di volta in volta atmosfere del blues newyorkese (Rainy Day Women #12 & 35) o del soul di Memphis (Quinn The Eskimo-Mighty Quinn, Tangled Up In Blue), fino al significativo cambio di impronta su Highway 61 Revisited. Benché non manchino i classici del primo periodo, la Osborne conferma attraverso la tracklist la sua predilezione per il Dylan successivo, soprattutto quello degli anni Ottanta e Novanta: si ascolti la magnifica versione di Dark Eyes, suggeritale da Patti Smith allorché quest’ultima venne a conoscenza del progetto, e Ring Them Bells, epilogo del disco. Un tributo fatto con il cuore, ma anche con rispetto ed esperienza, che si colloca tra le migliori riletture recenti dell’opera del più influente songwriter di sempre. 

 

Voto: 7,5/10
Francesco Brusco

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