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20 Febbraio 2013

AA.VV. SON OF ROGUES GALLERY: PIRATE BALLADS, SEA SONGS AND CHANTEYS

2013 - Anti-Records
[Uscita: 19/02/2013]

AA.VV SON OF ROGUES GALLERY: PIRATE BALLADS, SEA SONGS AND CHANTEYS 2013 – Anti Nel 2006 il produttore Hal Willner diede alle stampe una prima compilation dedicata a canzoni tradizionali ispirate alla vita della pirateria e della marineria in genere, si intitolava “Rogue's Gallery: Pirate Ballads, Sea Songs and Chanteys”, adesso torna ancora sul luogo del delitto con questa doppia raccolta che esce sempre per l’etichetta Anti. La prima raccolta beneficiò della parallela uscita del film “Pirati dei caraibi”, adesso non c’è più il traino del film, ma anche stavolta i produttori esecutivi Johnny Depp e Gore Verbinski evidentemente confidano nel richiamo che mare e pirati da sempre suscitano. Ma veniamo alla musica, oltre due ore e trentasei brani, violini e fisarmoniche a volontà, jig danzerecci e voci cupe che richiamano taverne fumose ed elevati tassi alcolici. Anche “Son Of Rogeus Gallery” manifesta pregi e difetti di simili operazioni, spesso si tratta di dischi adatti ad un ascolto non troppo impegnativo, buoni come colonna sonora di un viaggio in auto, ma stando sempre pronti a saltare i brani meno graditi o a risentire più volte i più riusciti.

 

Come spesso accade si riempie il cast di nomi altisonanti provenienti da storie e generi molto lontani fra loro, forse per cercare di catturare l’attenzione più larga possibile. Il rischio è che vi venga spesso la voglia di passare rapidamente alla canzone successiva; avrebbe sicuramente giovato una selezione più ristretta, troppi brani sembrano un semplice riempitivo, registrati con mestiere, ma senza anima, è il caso di Patty Smith, dei ritmi dub scelti da Macy Gray, del gradevole, ma nulla più, Rover Come Down di Beth Orton o del folk piacevole di Robin Holcomb e Jessica Kenny, lo stesso Michael GiraRG-PBSSC si limita ad un divertissement, la saltellante Whiskey Johnny degna di una taverna da angiporto.

 

Ma, se ci sono brani del tutto inutili, come lo spoken word di Ed Pastorini o il folk calligrafico di Kenny Wollesen and The Himalayas Marching Band o la Ship In Distress di Marc Almond, spiccano nella raccolta Shenandoah con  la voce più roca che mai di Tom Waits, qui accompagnato da Keith Richards, che presta fascino, storia, intensità ad un canto tanto appassionato, quanto ieratico e dolente, o l’inedita accoppiata Iggy Pop-A Hawk And A Hicksaw brillanti nel colorare di malinconia Asshole Rules the Navy. Poi Iggy si ripeterà con voce fortemente alcolica in The Dreadnaught; Richard Thompson ci dà una lezione di classe cantando con forza e vigore General Taylor, facendo rivivere il folk rock dei Fairport; atmosfere notturne e cupe per la lunga Pirate Jenny dove l’harmonium e il canto alcolico e rabbioso di Shilpa Ray incontrano Nick Cave e Warren Ellis e infine Barnacle Bill The Sailor che vede un bel gruppetto di artisti eccentrici come Kembra Phaler, Joseph Arthur, Foetus e Antony, la cui voce rende oro tutto ciò che tocca, e qui l’effetto combinato con le rumorosità elettroniche di Foetus è riuscitissimo e ci porta lontano fra languori malinconici e furie marine.

 

Voto: 6/10
Ignazio Gulotta

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