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20 Febbraio 2016 ,

Tricky SKILLED MECHANICS

2016 - False Idols
[Uscita: 22/01/2016]

Inghilterra    #consigliatodadistorsioni

 

tricky coverQualcuno l'ha già definito l'album della rinascita. Ora, i fan più incalliti del folletto di Bristol potrebbero obiettare: "rinascita da cosa?", mentre chi ne ha apprezzato pienamente solo i primissimi lavori non condividerebbe comunque  l'affermazione di cui sopra. A nostro modesto parere rimane il fatto che Tricky non abbia mai smesso di sfornare musica accattivante senza però più riuscire, dopo "Angels With Dirty Faces", ad inserire le sue piccole gemme nel quadro complessivo di album che risultino del tutto convincenti dall'inizio alla fine.

"Skilled Mechanics", uscito per la sua False Idols, non fa eccezione; al suo interno girano sicuramente dei buoni pezzi, profondamente marcati da uno stile oramai inconfondibile ma, al contempo, di troppi episodi potremmo non sentirne un'eccessiva mancanza un momento dopo averli ascoltati. Ancora una volta il Tricky più godibile resta purtroppo quello più di maniera, quello che cerca di rimettere le carte in tavola tenendo però nella manica alcune collaudate giocate vincenti. Sembra, ad esempio, impossibile per Tricky fare definitivamente i conti con l'ombra della sua ex anima gemella Martina Topley Bird, tanto che il nuovo featuring di Oh Land ne ricalca pedissequamente lo stile nella seppur  buona I'm Not Goin'.

 

E nelle corde del Tricky più 'classico' risuona l'ottima Diving Away, canzone scelta come secondo singolo promozionale ed originariamente firmata dai Porno For Pyros di Perry Farrell. Con l'ex frontman dei Jane's Addiction è nata venti anni fa una profonda amicizia e Porpoise Head (questo il nome dell'originale pubblicato nel 1996 all'interno di "Good God's Urge") nella sua nuova veste, eseguita dal batterista di Tricky Luke Harris, vuole Trickyessere dichiaratamente un omaggio a questo legame. Il primo biglietto da visita, in rete dall'autunno dello scorso anno, scelto per promuovere "Skilled Mechanics" è Beijing to Berlin, divertente brano uptempo che soffre però di un'enfasi eccessiva nel featuring della cantante e rapper cinese IvyIn generale poi il suono complessivo dell'album, più che reinverdire i fasti del primo trip-hop, sembra richiamare in maniera piuttosto scarna e minimale l'electropop degli anni 80, parte costituente del background del producer di Bristol.

A confermare quest'impressione, un brano come Here My Dear cita in maniera più o meno  esplicita gli Yazoo di Alison Moyet, artista con la quale Tricky collaborò Tricky2fruttuosamente ai tempi di Nearly God. Il resto dei brani non impressiona particolarmente ma traduce una coerenza stilistica che non sembra voler abdicare a leggi di mercato mainstream. Insomma, in un momento nel quale torna alla ribalta anche grazie alla ritrovata collaborazione con i Massive Attack, Tricky sceglie la propria strada prendendosene in pieno la responsabilità, che piaccia o meno.

 

Voto: 6.5/10
Aldo De Sanctis

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