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24 Marzo 2015 , , ,

Ghostpoet SHEDDING SKIN

2015 - Play It Again Sam
[Uscita: 02/03/2015]

Inghilterra  #consigliatodadistorsioni

 

ghostpoet coverGiunto ormai al suo terzo album, Obaro Ejimiwe si riconferma come uno degli artisti più interessanti in circolazione. Ogni sua prova discografica testimonia come lo stile sia in continua evoluzione tanto sul piano compositivo quanto ciò che concerne la personalità della sua voce. Se uno dei punti di partenza indubbiamente è stato ed è ancora il rapping espresso da Roots Manuva, a sua volta fortemente influenzato dalla sensibilità giamaicana di Linton Kwesi Johnson, Ghostpoet ha da subito intrapreso la strada della contaminazione servendosi di quell'enorme bacino di intrecci culturali che da sempre crea un sano fermento creativo nel Regno Unito. In particolare, alcune costanti le ritroviamo nei riferimenti alla wave inglese, al trip-hop, al dub ed anche alla musica elettronica da dancefloor. In "Shedding Skin" la componente rock, presente parzialmente anche nei due dischi precedenti, riveste questa volta un ruolo di primo piano, grazie anche allo spazio lasciato ai musicisti con i quali Ejimiwe si è esibito dal vivo. Un rock che sembra prediligere nuovamente e in più occasioni toni dark mai eccessivamente marcati ma in grado di conferire comunque ai brani un'atmosfera inquieta ed intima allo stesso tempo. Suona subito chiaro come la 'perdita di pelle', al quale si fa riferimento nel titolo del disco, alluda ad uno stato in cui il poeta fantasma passa di fatto da producer a compositore.

 

ghostpoetLa sua musica rimane ad ogni modo al servizio di una voce sempre più avvolgente e affinata nel divenire narrante, fino ad andare, già dall'iniziale Off Peak Dreams, a scomodorare l'ombra del compianto Gil Scott-Heron. Un altro forte ascendente che caratterizza Shedding Skin si può facilmente rintracciare in quel particolare connubio vocale tormentato e sensuale che ha contraddistinto la storica coppia Tricky/Martina Topley Bird; avvalendosi della collaborazione della cantante Nadine Shah, nell'ottimo That Ring Down The Drain Kind Of Feeling Ghostpoet giunge a quello che sembra a tutti gli effetti un omaggio al duo di Bristol, ibridato per l'occasione con i Portishead d'annata. Ed è sempre in compagnia di Shah, autrice tra l'altro nel 2013 del buon debutto "Love Your Ghostpoet performs at Arnos Vale CemeteryDum And Mad", che viene messo a segno X Marks The Spot, uno di quei pezzi destinati ad entrare in testa per poi rimanerci. Ed è un po' tutto il disco a fare quest'effetto, tranne forse per qualche ingenuo calo di tensione; ti entra dentro e ti afferra dolcemente e sembra che l'unico modo per liberarsi dalla presa sia premere di nuovo il tasto play. Ad ogni modo, che piaccia oppure no Ghostpoet sembra fare volentieri a meno di rendersi facilmente classificabile; va per la sua strada raccogliendo e facendo proprio il testimone che altri hanno lasciato prima di lui rimanendo comunque ss stesso. Insomma, tra i dischi dell'anno.

 

Voto: 7.5/10
Aldo De Sanctis

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