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Shackleton - Vengeance Tenfold SFERIC GHOST TRANSMITS

2017 - Honest Jon’s
[Uscita: 19/01/2017]

Inghilterra  #consigliatodadistorsioni     

 

shackletonIl 2017 sancisce l’inizio di un nuovo percorso musicale per Sam Shackleton, produttore britannico stabilitosi a Berlino e cofondatore della Skull Disco. Sferic Ghost Transmits, prodotto con Vengeance Tenfold, è figlio illegittimo dell’industrial UK proveniente da gente come i leggendari Coil o dagli altrettanti similari This Heat. Le influenze di quella stagione che caratterizzò l’underground britannico negli anni 80 inglesi sono così evidenti, che si potrebbe pensare a Sferic Ghost Transmits come un nuovo capitolo di quel genere. Vengeance Tenfold (Earl Fontainelle), presenza veramente determinante nella riuscita del disco, aveva già lavorato con Shackleton nel 2011, collaborando insieme per quell’interessante esperimento psico-geo-musicale che fu Shackleton + Vengeance Tenfold South Devon, Stopping Train From Starcross Teignmouth”, un ‘Sonic Journey’ realizzato sulla Tarka Line, la linea ferroviaria che attraversa la riserva naturale del North Devon.

 

Inquietante e tribale, Sferic Ghost Transmits  lascia interdetti per quanto sia straniante per la carica di suoni che propone. Sembra di ascoltare, in alcuni brani, una sorta di world music con musicisti africani che si dilettano con l’elettronica sotto l’effetto di qualche droga non meglio identificata. Il risultato sono sei pezzi complessi, ricchi di sfaccettature e dilatati nell’esecuzione. Five Demiurgic Optional è veramente il tributo di Sam Shackleton (nella foto a destra) ai Coil di John Balance e Peter Christopherson, con lo spoken word di Vengeance Tenfold che sembra cantilenare un mantra che pian piano si samfonde con l’elettronica della pièce, formando un sottofondo sonoro terrifico. Forse il brano più contorto è Seven Virgins, eseguita con un’altra litania di Vengeance Tenfold e che, a un certo punto, lascia che le composizioni di Shackleton traghettino l’ascoltatore verso lidi non meglio identificati o forse semplicemente senza una vera e propria meta. Basta lasciarsi trasportare. Sferic Ghost Transmits/Fear the Crown, il brano più lungo del lavoro ricorda molto le composizioni minimalisti scritte da gente come Terry Riley e questo la dice lunga sulle influenze che il disco ci rivela proseguendo nell’ascolto. Il disco necessita di molti e attenti ascolti per poterne apprezzare appieno la complessità, e sicuramente nasconde anche messaggi che vanno oltre a quello strettamente musicale. E’ anche vero che, una volta presa confidenza con le sue sonorità Sferic Ghost Transmits diventa un viaggio musicale tutto da gustare, una soundtrack di un film immaginario, e difficilmente trova paragone con altro nel panorama musicale contemporaneo. Un lavoro coraggioso che conferma Sam Shackleton come una delle figure chiave dell’elettronica anni Dieci. 

 

Voto: 8.5/10
Mauro Tomelli

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