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9 Maggio 2018

Joe Lovano & Dave Douglas Sound Prints SCANDAL

2018 - Greenleaf Records
[Uscita: 6/04/2018]

Stati Uniti      #consigliatodadistorsioni

 

Due attori protagonisti si incontrano nuovamente e uniscono le forze per definire un album teso tra mainstream e tenui echi di avant-jazz. Dave Douglas, trombettista sopraffino e Joe Lovano, sassofonista che affonda le radici nelle storia del jazz, rimettono in piedi il progetto Sound Prints che aveva prodotto il disco "Live at Monterey Jazz Festival" pubblicato dall'etichetta Blue Note nel 2015.

Dream State, brano che apre l'album, ne riassume già tutte le caratteristiche: una gioia profonda che scaturisce da ogni singolo accordo, la volontà di usare continuamente il contrappunto e l'omaggio manifestamente dichiarato al sassofonista Wayne Shorter. C'è la volontà di duettare e dialogare in maniera continua: Lovano e Douglas espongono all'unisono il tema e poi si avvicendano cercandosi, scontrandosi contrappuntisticamente con una maturità e un equilibrio che ha dell'incredibile. Lawrence Fields al piano si fa subito notare sia in Dream State, con un brillante controllo e fraseggio mirabile, che si coglie appieno anche in Ups and Downs; il suo talento si manifesta in forma più raccolta e discreta, quasi intima e colloquiale, nella traccia Libra.

 

Temi semplici basati su pochi accordi che si ripetono all'interno del brano, in sintesi la tecnica Shorteriana di composizione. La riproposta di JuJu, classico brano dell'artista del New Jersey, stupisce per il proponimento di frammentarne e disarticolarne la forma. In origine il motivo si presenta swingante e dall'andamento circolare. L'arrangiamento di Lovano introduce una scissione sia ritmica che nel fraseggio ossessivamente claudicante. Douglas è sempre più in forma e riesce ad esprimersi ad altissimo livello con un timbro vellutato e possente (Dream State) ma anche tentando colori più tenui, a esempio in Scandal con l'uso della sordina. Ottimo il lavoro di Joey Baron alla batteria, forse uno dei batteristi più completi attualmente sulla scena, pronto a fare da comprimario e contemporaneamente trascinatore infallibile (JuJu, High Noon). Fee Fi Fo Fum, l'altro omaggio shorteriano, rispetta il motivo originale e insiste a giocare con dialoghi serrati tra sassofono e tromba con Lovano che non rinuncia al suo timbro scarno e veloce che spesso si rifugia nei toni gravi e caldi.

Essenzialmente un'opera equilibrata nella scrittura/realizzazione che vede dei musicisti affiatati e disponibili a divertirsi e gioire. Da ricordare l'apporto ragguardevole al contrabbasso di Linda May Han Oh, citiamo solo il vigoroso assolo in The Corner Tavern. Il nome del progetto, Sound Prints, riprende uno dei piu famosi e intriganti brani shorteriani: "Footprints" tratto dall'album "Adam's Apple" del 1966.

 

Voto: 8/10
Nicola Barin

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