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23 Aprile 2014 ,

AA.VV. SAWTUHA

2014 - Jakarta Records
[Uscita: 24/01/2014]

sawtuha# Consigliato da Distorsioni

 

Una compilation che unisce un forte intento sociale e politico a quello di dare visibilità a tutto un universo musicale femminile che si è affacciato alla ribalta del mondo musulmano mediterraneo con l’esplosione delle primavere arabe. Fenomeno quanto mai complesso e dagli esiti fino ad ora molto diversi nei Paesi in cui è scoppiato, quello delle rivolte che hanno portato milioni di persone, soprattutto giovani, nelle piazze di Tunisi, Il Cairo o Bengasi, e che ha mutato molto nelle società arabe coinvolte rendendo manifesta una forte richiesta di libertà, di uguaglianza e di opposizione alle cricche corrotte e illiberali al governo. Ad un anno di distanza dagli avvenimenti più caldi il produttore americano/sudanese Oddisee e Olof Dreijer, la metà maschile degli svedesi The Knife, hanno prodotto questo album, collaborando alle session nelle quali hanno suonato insieme alle artiste coinvolte. “Sawtuha”, che in arabo vuol dire ‘la sua voce’, raccoglie le voci di cantanti provenienti dalla Tunisia (Nawel Ben Kraiem, Badiaa Bouhrizi, Medusa, Houwaida), dalla Libia (Nada)  e dall’Egitto (Donia Massoud, Maryam Saleh, Youssra El Hawary), che si sono ritrovate per due settimane al Mohsen Matri Studio di Tunisi per cantare le loro canzoni: hanno come tema comune la lotta contro la corruzione, la discriminazione sessuale, il patriarcato, i pregiudizi, la ristrettezza mentale. Temi forti e ancora lontani da una soluzione, cantati con grande pathos e partecipazione dalle artiste presenti. Della compilation fa parte anche un brano della siriana Rasha Rizk registrato al Cairo dove si trova attualmente come rifugiata politica.

 

Ma la compilation non ha soltanto un valore politico, anche se la rivendicazione della libertà di espressione e l’opposizione a società illiberali sono elementi molto presenti; “Sawtuha” è anche un’operazione musicale molto interessante e ben riuscita. Le canzoni sono infatti il frutto della confluenza di direzioni diverse: la musica popolare araba, gli strumenti della tradizione, l’hip-hop, scena da cui proviene Oddisee, ma che ormai è molto diffusa in tutta l’area maghrebina, l’elettronica. Così in Neheb N3ch Hayati il rap della tunisina Medusa si incontra con i suoni elettronici nervosi di Dreijer, e Maryam Saleh nei due brani da lei interpretati unisce la sua voce evocativa, calda e appassionata come la sua terra alla drum machine e alle sonorità elettroniche. In Figurine Nawel Ben Kraiem sposa il pathos mediorientale con il romanticismo della chanson francese per poi fare da contraltare all’hip-hop della libica Nada con la sua voce suadente e melodiosa in Don’t Loose Your Way; di straordinaria emozione sono i tre minuti di Elegie in cui la siriana Rasha Rizk offre una mirabile e struggente prova delle sue eccelse qualità canore accompagnata soltanto da uno scarno piano. Un album che ci offre una piccola, ma significativa testimonianza delle qualità delle eredi della grande tradizione di straordinarie interpreti femminili come Oum Kalsoum e Cheikha Remitti.

Voto: 7/10
Ignazio Gulotta

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