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24 Aprile 2017 ,

Conor Oberst SALUTATIONS

2017 - Nonesuch Records
[Uscita: 17/03/2017]

Stati Uniti     #consigliatodadistorsioni

 

E' sempre un grande piacere ritrovare questo cantautore del Nebraska, capace tutte le volte di sorprendere ed emozionare l'ascoltatore con le sue composizioni semplici ed al tempo stesso toccanti. Il nuovo album di Conor Oberst - l'ottavo da solista - si chiama "Salutations" ed è, semplicemente, un'estensione del precedente lavoro, "Ruminations" del 2016, del quale riprende tutte e dieci le canzoni, riarrangiate in versione full band, più sette inediti scritti in tournée nell'ultimo anno. Il risultato, lungi dal sembrare una sorta di compilation, è un'altra gemma che si aggiunge a quelle del passato, dall'omonimo "Conor Oberst" di quasi dieci anni fa sino al grande "Upside Down Mountain" del 2014 e del già citato "Ruminations", passando per "Outer South" del 2009.

 

Diciassette brani per oltre un'ora di musica, e non una sola caduta di stile: chapeau. Le canzoni riprese da "Ruminations" sono tipiche folk ballads americane, mentre i pezzi conorinediti hanno un sound decisamente più rock; ma in tutti i casi il livello compositivo è davvero elevato, come anche lo sono gli arrangiamenti e le performance dei musicisti in studio. La produzione, curata dallo stesso Oberst e dall'amico e collega di sempre Andy LeMaster agli Shangri-la Studios di Malibu, si è avvalsa della collaborazione di nientedimeno che Jim Keltner alla batteria, uno che ha suonato per molti tra i più leggendari singer-songwriters al mondo, da Neil Young a Bob Dylan, da George Harrison a Jackson Browne e John Lennon.

Tutti gli altri ruoli strumentali sono affidati ai Felice Brothers, l'ottima country-folk band di New York che, oltre a suonare con Oberst anche in tour, ne aprirà tutti i concerti. Questo oberstdisco ha, essenzialmente, due grandi meriti: aver finalmente dato la giusta veste sonora alle dieci splendide composizioni di "Ruminations" (nell'album del 2016, i brani erano in versione 'armonica, voce e chitarra/piano', tutti suonati da Oberst, spesso in un'unica take) ed averci dato conferma dello stato di grazia di Oberst con sette inediti degni dei brani riarrangiati. Sono tutti molto belli e da ascoltare, ma un consiglio: cominciate dal primo, Too Late To Fixate. Chiudete gli occhi: Dylan è tornato. 

 

Voto: 9/10
Valerio Pugliese

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