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4 Ottobre 2015 ,

Ryan Adams 1989

2015 - Pax Am
[Uscita: 21/09/2015]

Stati Uniti

 

1989OutNowCosa è passato per la testa a Ryan Adams. Basterebbero anche solo i primi due album, "Heartbreaker" (2000) e "Gold" (2001) per considerarlo fra gli artisti più solidi del nuovo millennio. Una produzione senza grosse cadute di tono e di stile almeno fino ad oggi, a quest'anno. E qui torniamo al punto di partenza. Stentiamo a credere che l'uomo di Jacksonville abbia mandato a memoria il disco di Taylor Swift "1989" autentico best seller da quasi nove milioni di copie vendute per un pubblico amante delle pop song più sciatte e banali.

Grazie a uno sguardo ammaliatore unito ad una avvenenza fisica non indifferente la stellina yankee dagli occhi azzurri ha messo in fila una serie di dischi vendutissimi, che l'hanno portata alla ribalta in breve tempo facendola diventare uno dei personaggi dell'ambiente musicali più seguiti, negli Stati Uniti ma non solo. Si pensi che una sua apparizione ad un episodio della celebre e fortunata serie CSI ha trascinato davanti ai televisori di Usa e Canada quasi 21 milioni di persone. Ha venduto sino ad ora  ben 40 milioni di copie dei suoi dischi, non le manca niente, non ha bisogno d'altra pubblicità da parte dei suoi colleghi.

 

2015-09-29_19.52.29Ed invece quel simpaticone di Ryan Adams ha ben pensato di renderle omaggio rifacendo per intero 1989, uno dei suoi dischi più acclamati, per altro uscito pochi mesi fa, il 27 ottobre dell'anno scorso. Dal quale sono stati estratti fino ad ora ben cinque singoli, che la dicono lunga sullo sfruttamento della sua immagine di perfetta pop star. Questo rifacimento del disco appare una operazione discutibile che sa tanto di furbata da parte di Adams, sicuro che chi aveva in casa il disco della Swift avrebbe messo mano al portafoglio per comprare pure il suo. Chiariamo subito una cosa. Il risultato finale è tutt'altro che disprezzabile, il disco fila via bene al primo ascolto, per chi ama certe sonorità easy è ok, si manda subito a memoria in virtù anche della natura facile delle canzoni scritte da Taylor Swift.

Ryan Adams fa del suo meglio per rendere accettabili canzoni insipide nella loro veste originale, per colpa delle solite super-produzioni tipiche delle pop star platinate. Piuttosto, e sarà per la produzione, più di una volta la sua voce ricorda sia quella di Bono che quella di Bruce Springsteen quando decidono di cantare quelle lente ballads che hanno fatto innamorare più di un ascoltatore. Non sappiamo se questa è una nota di merito. E quindi abbiamo Out of the woods, This love e Style che paiono proprio uscite da un disco dell'occhialuto irlandese e dei suoi U2.

 

Il boss riecheggia in Shake it off How you get that girl, paurosamente vicine alle cose dell'uomo di Ashbury Park, in Wildest dreams  e I wish you would, song ruffiana ed accattivante allo stesso tempo, da accendini accesi durante i concerti. Ci sono spesso fra gli appassionati di musica delle sane discussioni riguardo al fatto se una canzone è Ryanmigliore nell'originale o nei suoi rifacimenti. In questo caso Ryan Adams vincerebbe di goleada, 13-0 come le tracce presenti in 1989. L'unica cosa che dimostra questa operazione dell'artista della North Carolina è che molte canzoni di un finto talento come Taylor Swift sarebbero molto più belle se non venissero appesantite da pomposi arrangiamenti e da invadenti elettroniche tipiche dell'electro-pop da discoteca.

Magari la stessa Taylor potrebbe regalarci una esibizione unplugged in modo da smentire tutte le malelingue in adamsmerito alle sue doti artistiche. Non sarebbe in fondo una cattiva idea, una artista affermata come lei non dovrebbe temere ritorsioni o abbandoni del suo fedele ed innamorato pubblico. Tornando a Ryan Adams quello che preoccupa  di questo 1989 è  che la sua vena artistica si stia prosciugando rapidamente, ipotesi avallata anche dal disco omonimo dell'anno scorso, non esattamente un capolavoro. Con la carta d'identità che recita appena 40 anni sarebbe un peccato perdere uno dei principali protagonisti dell'attuale scena musicale. Felici di essere contraddetti.

 

Voto: 5.5/10
Ricardo Martillos

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