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2 Luglio 2015 , ,

Hidden Orchestra REORCHESTRATIONS

2015 - Denovali Records
[Uscita: 26/06/2015]

Scozia    #consigliatodadistorsioni  

  

12 Jacket (3mm Spine) [GDOB-30H3-007}Hidden Orchestra è un progetto di Joe Acheson, polistrumentista, compositore e produttore artistico scozzese, che lavora sia incidendo materiale proprio che, come in questo disco, primo volume di una serie, remixando materiale altrui (con l’eccezione della traccia finale). Il materiale di partenza è comunque composto da brani di artisti che hanno inciso nello studio di Acheson, e a volte sono anche suoi accompagnatori nelle tournèe, come nel caso del violinista e pianista Poppy Ackroyd e dell’arpista Mary Mcmaster. Joe Acheson decostruisce i brani tagliando, cucendo, remixando, aggiungendo tessiture sonore e patters ritmici. Sono procedure ben note agli appassionati di musica, non solo elettronica, da quando il trip hop e poi il drum’n’bass rivitalizzarono gli stanchi panorami di Oltremanica, ma se, come in questo caso, il risultato è riuscito, ben vengano dischi di questo tipo. Procediamo allora nell’ascolto del disco. Cross hands, del duo anglo-francese Piano Interrupted (Toma Hodge e Franz Kirmann), innerva i fraseggi atmosferici del pianoforte, con un denso contrabbasso, ritmi spezzati, rumori di fondo. 5 steps, del quintetto ceco Clarinet factory (Jindirch Pavlis, Vojtech Nydl, Ludek Boura, Petr “Pepino” Valasek, Alan Vitous) è uno dei brani più interessanti. I fraseggi sinuosi dei clarinetti, specie clarinetto basso, ben si intonano con le ritmiche incalzanti di Acheson.

 

Lyte grounds, di Poppy Ackroyd, è un brano inedito. Ancora una volta il pianoforte al proscenio, ritmi più lenti e marziali. Thagrahinn Thagrahinn di Mary Mcmaster è il brano più legato alla forma canzone, con una linea melodica tipicamente celtica, anche il timbro vocale suonerà familiare agli amanti del folk, parte quieta per poi esplodere nelle 0003282975_10spezzature ritmiche di basso e batteria. Saturnine rise and the restless ocean, di Floex, alias Tomáš Dvořak è più vicina a sonorità ambient, con tastiere carillion e soffici fiati. Con Sleep key, di Long Arm alias Georgy Kotunov, ci ritroviamo nei più classici territori drum’n’bass, con campioni vocali sullo sfondo, ritmi particolarmente complessi, fiati jazzati. Chiude The revival, una rielaborazione a firma Hidden Orchestra di un brano dei liverpooliani Kinetic Fallacy (Hannah Peel e Emma Weisby), rimasto nel cassetto per lo scioglimento della band originale ed entrato nel repertorio live di Hidden Orchestra. È una brano dai ritmi più rock, atmosfere cupe e minacciose, piacerà agli amanti della new wave e del trip hop più oscuro. Benché il materiale di partenza sia piuttosto vario le “re orchestrazioni” di Acheson lo rendono omogeneo e godibile. Disco senz’altro consigliato agli amanti dell’elettronica da ascolto, non quella ballabile, ma anche a chi ama sonorità belle e curate senza distinzione di genere. 

Voto: 7.5/10
Alfredo Sgarlato

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