Implodes RECURRING DREAM

Kranky ci ha abituato a produzioni contraddistinte da sonorità oniriche ed evocative, nelle quali sperimentazione, psichedelia ed elettronica sono assemblate in un marchio di fabbrica davvero ben collaudato. Non fa eccezione questo secondo lavoro degli Implodes, quartetto proveniente da Chicago, che propone una miscela di  shoegaze e di elettronica dai tratti robusti ma sicuramente di grande effetto. Il titolo “Recurring Dream” è ripreso da una canzone di Neil Young che racconta di un sogno ricorrente. Se nel precedente “Black Earth” (2011) le sonorità psichedeliche evocavano oscure ed ataviche memorie ancestrali, in questo ultimo “Recurring Dream” le sonorità si trasformano in visioni oniriche e spettrali per certi versi più rassicuranti e luminose. “Recurring Dream” è una sorta di diario su cui vengono registrati i sogni vissuti.

La splendida Scattered in the Wind evoca i suoni della terra e costituisce il naturale proseguimento dei temi affrontati in “Black Earth”  ma con una luce maggiore, mentre Sleepyheads e Necronomics descrivono incubi e visioni più oscure. Nel sonno più profondo emerge la psichedelia spettrale di Zombie Regrets e You Wouldn't Know It, a cui fa seguito lo splendido brano Ex Mass che ci trascina verso una psichedelia più robusta e rotonda. Dream Mirror costituisce un flusso drone persistente, mentre Prisms and the Nature of Light è una sorta di risveglio dolce e vago. L’album si chiude con lo splendido finale Bottom of a Well. Gli Implodes rovesciano completamente la percezione della memoria nascosta all’interno dell’inconscio. Se in “Black Earth” quelle memorie costituivano i ricordi atavici di una natura oscura, in “Recurring Dream” quelle stesse percezioni si trasformano nello specchio di una natura più luminosa e solare, che appare vaga ed indefinita come nel risveglio da un lungo sonno. Davvero un bell’album.