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29 Aprile 2017 , ,

My Baby PREHISTORIC RHYTHM

2017 - Glitterhouse Records
[Uscita: 17/03/2017]

Olanda-Nuova Zelanda

 

My Baby sono un trio di Amsterdam composto da Sheik (batteria) e Cato van Dijck (voce, ma anche basso, banjo, violino), fratello e sorella, e dal chitarrista neozelandese Daniel Johnston. I My Baby hanno costruito inizialmente la loro fama in terra d'Olanda grazie soprattutto ai loro travolgenti set live, baccanali lisergici nei quali alla forza della musica e all'ossessivo ritmo si accompagnano video ed effetti luminosi. Una fama che si è poi allargata ad altri paesi del Centro-Nord Europa e alla Nuova Zelanda e che ora, complice questo nuovo lavoro e le imminenti tournée estive, potrebbe ulteriormente diffondersi. Questo è il loro terzo disco ed esce per la Glitterhouse, scelta piuttosto eccentrica rispetto a quanto fino a ora ci ha proposto l'etichetta in questione. Infatti “Prehistoric Rhythm” è fondamentalmente un disco di dance music, è lo stesso Johnston a dichiararlo affermando di essere affascinato dal mondo della dance e dei rave, e da come questo assomigli «alle celebrazioni tribali e ai rituali che per qualche migliaio di anni hanno coinvolto le varie culture del mondo». Fedeli a questo spirito le tracce di questo “Prehistoric Rhythm” si sviluppano come lunghe trance, i brani hanno generalmente una durata che oscilla fra i 5 e i 7 minuti, a cui abbandonarsi in danze estatiche e visionarie dl forte sapore tribale.

 

Quella del trio My Baby è un turbinio di musica dal ritmo travolgente, sensuale e sexy, impossibile restare fermi mentre le chitarre pulsano, le percussioni impazzano e la voce spasmodica e colorata di black riempie l'aria. Dilatazioni dub, dancehall, disco-funk, blues, psichedelia si fondono in tracce che si abbeverano alle più diverse latitudini musicali e tribali. Il funk di Sly & the Family Stone è frullato con la disco in Make a Hundred, si respira il blues del Sahara in Haunted Me (del brano c'è anche una versione più decisamente dub) e ancor più in Moon Shower, mentre sonorità orientaleggianti e dub infiammano il rituale tribale di Love Dance, un blues delirante e pulsante vibra in Straight No Chaser, in Cosmic Radio confluiscono dub, soul, un violino che oscilla fra Balcani e Oriente, e funk sparso in ogni dove.. Un disco interessante, verrebbe da dire i Goat che incontrano Grace Jones, in certi momenti travolgente, ma col rischio di essere fin troppo sovrabbondante sia in durata, si supera l'ora, che nel groviglio delle idee musicali, sicuramente ottimo dal vivo, un po' meno per l'ascolto, soprattutto se solitario.

Voto: 7/10
Ignazio Gulotta

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