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2 Giugno 2015

Hannah Cohen PLEASURE BOY

2015 - Bella Union Records
[Uscita: 30/03/2015]

 Stati Uniti

 

Hannah-Cohen-Pleasure-Boy-1440x1440Secondo album per Hannah Cohen, dopo l’interessante “Child bride” di tre anni fa. Prodotto da Thomas Barlett alias Doveman, già collaboratore di David Byrne, Antony, The National, “Pleasure boy” è un disco breve, solo otto canzoni. Gli arrangiamenti sono quasi esclusivamente elettronici, volute di tastiere accompagnano la voce di Hannah, ex modella e figlia d’arte (il padre è un batterista jazz), a tratti, va detto, un po’ miagolante. Aldilà del timbro vocale, che non ci ammalia ma ci sembra molto di moda in questo periodo storico, il disco è affascinante, tra sonorità sintetiche e atmosfere vagamente jazzate; può ricordare il lavoro di Julia Holter, uscito un paio di anni fa. Le spire avvolgenti e ripetitive di tastiere, il tempo sospeso della batteria in Keepsake, il pianoforte di Watching you fall, le poche note sparse di Claremont song conquistano. Il jazz oscuro e sintetico di Queen of ice, con un aspro sax in sottofondo, riporta agli anni ’80. Take the rest, dal ritmo vagamente anni ’50, è l’unico brano leggermente movimentato, con una batteria piuttosto potente, ma si tratta sempre di una canzone romantica. La ballata lenta è il genere prediletto dalla Cohen, come conferma la conclusiva Baby, canzone molto americana nel dipanarsi della melodia, non nell’arrangiamento, sempre limitato a semplici arpeggi di piano e tastiere.

 

Come spesso avviene al giorno d’oggi non è musica collocabile nello stile tipico di uno stato; al contrario di quanto avveniva negli anni ‘70/’80, quando rock americano, inglese o europeo avevano caratteristiche stilistiche ben diverse. Il disco tratta del crepacuore, e lo Screen-Shot-2015-01-12-at-10.40.53-1024x569si capisce dal fondo di malinconia che emerge sempre dalla musica. C’è chi ha definito Hannah l’“Anti-Lana del Rey”, ed è vero, guardando il video di I’ll fake it, che si direbbe realizzato in economia, si nota che la ragazza non ha subito deturpazioni chirurgiche e del resto non ne avrebbe bisogno. Benché figlia d’arte ed ex modella Hannah Cohen non ci sembra un personaggio costruito, un prodotto da lanciare nel supermarket della musica in questo periodo di saldi. Questo Pleasure boy non è un capolavoro, non è il disco che stravolgerà le vostre storie personali di ascoltatori. Però è valido, le trame armoniche, le melodie malinconiche conquistano, benchè il precedente Child bride ci appare più incisivo, con una scrittura più varia. Nel dubbio procurateveli tutti e due e dedicategli un’ora del vostro tempo. Non sarà sprecata. 

Voto: 7/10
Alfredo Sgarlato

Video

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