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29 Gennaio 2013 , ,

Petra Haden PETRA GOES TO THE MOVIES

2013 - Anti
[Uscita: 22/01/2013]

PETRA HADEN, Petra goes to the moviesPetra Haden torna a percorrere il sentiero dell'a cappella dopo il disco "Petra Haden sings: The Who Sell Out", del 2005, dove eseguiva col solo strumento della voce il capolavoro della band inglese. Questa volta si tratta invece di colonne sonore di film, e anche in questo caso la vocalist e violinista newyorkese (figlia del contrabbassista Charlie Haden, e già componente negli anni Novanta dei That Dog, nonché turnista di lusso per una miriade di artisti, indie e non solo, da Beck agli Weezer) sforna un prodotto bizzarro, ma, nella sua stramba concezione, divertente e non privo di una certa ironia. Nella sua weirdness intellettualoide figlia di un’avanguardia caricata a salve e pensata nel salotto buono del miglior jazz d’alto rango, il disco non nasconde una ricerca di stile (ludico sì, ma ben meditato) che va al di là del puro e semplice virtuosismo fine a se stesso. La scelta delle musiche proposte e riarrangiate (spesso genialmente) per sole voci passa da alcuni grandi classici, forse un po' abusati ma imprescindibili in un'operazione del genere, come il tema di Psycho, quello di 8 e ½ di Fellini composto da Nino Rota, o il classico dei classici morriconiani, Per un pugno di dollari, che offre alla cantante e al suo ensemble la possibilità di sfoderare un’esecuzione che segue alla lettera l’arrangiamento orchestrale originale, con un uso della voce che come poche altre volte nel disco riesce non far rimpiangere l’assenza degli strumenti. Tra gli altri temi arcinoti ci sono quello di Goldfinger, o il leitmotiv di Superman (quest’ultima tra le interpretazioni più bizzarre, quasi in stile Chipmunks).

 

Ma la scelta dei pezzi da mettere in scaletta non disdegna recuperi ed inserti non scontati, come il tema di Rebel without a cause (Gioventù bruciata), o un brano dallo score di Taxi Driver di Scorsese, fino a cose più recenti, come la canzone It might be you, tratta da Tootsie (film di Sidney Pollack con Dustin Hoffmann) in cui l'interpretazione a cappella lascia spazio al canto tradizionale, accompagnato dalla chitarra di Bill Frisell (uno degli ospiti illustri del disco, insieme a papà Charlie e Brad Mehldau, quest’ultimo presente in Calling You, celebre canzone tratta dalla colonna sonora di Bagdad Cafè). Tra gli score più recenti va menzionata almeno Hand covers bruise, tratta dalla colonna sonora del film di David Fincher, The social network, a firma Trent Raznor/Atticus Ross, brano in cui lo stile del disco sembra perdere un poco della sua stramba ironia, e riesce persino ad essere emozionante, col suo andamento aleatorio e il suo incastonarsi di voci acute e sottili in un tappeto elettronico che le avvolge con discrezione.  Ma il disco, comunque, preso nel suo insieme è abbastanza innocuo e ascoltandolo prevale l’impressione che si tratti soltanto del colto divertissement di una talentuosa vocalist.

Voto: 6/10
Luca Verrelli

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