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21 Luglio 2016 ,

Animal Collective PAINTING WITH

2016 - Domino Records
[Uscita: 19/02/2016]

Stati Uniti 

 

MI0004017770Non sono dei novizi, questi del “collettivo animale”. Anzi, la loro ormai ventennale carriera è lunga e piena di attività, sia in gruppo che solistica. La formazione che compare su questo disco è un trio composto dai fantomatici Panda Bear, Avey Tare e Geologist, ovvero Noah Lennox, David Portner e Bruan Weitz, tutti polistrumentisti con qualcosa più di un hobby per l’elettronica, ma altrettanto in grado di esibirsi anche con le più tradizionali chitarre e tastiere e come vocalist. In questo, che è il loro decimo album, non compare un altro membro storico, l’altrettanto fantomatico Deakin (Josh Dibb), anche lui polistrumentista. Ai membri storici si aggiunge, per le performance dal vivo, un batterista, attualmente Jeremy Hyman. Originari del Maryland, i tre sono amici d’infanzia e condividono una panoplia di influenze che spazia da Gyorgy Ligeti al kraut rock, dalla psichedelia ai Beach Boys, oltre ad un amore per i film dell’orrore e relative colonne sonore. Piuttosto peculiare è stato, fino a questo album, il loro approccio compositivo, fatto di rielaborazioni di loro stesse esibizioni folderdal vivo, riprocessate e rimescolate per ottenere le canzoni contenute nei loro lavori. In questo caso, invece, hanno deciso di utilizzare un sistema più tradizionale, fare quello che le band “normali” fanno di solito, comporre canzoni e andare in studio a registrarle. Con questo non si vuol dire che ci si trovi davanti a un normale disco pop. 

Animal Collective hanno sicuramente un’attitudine molto, molto particolare, appesa ad un’elettronica da colonna sonora di un film di fantascienza degli anni ’60, a coretti in stile Beach Boys e a una costante operazione di taglia e cuci che crea stranianti tappeti sonori e vocali sui quali viaggiano canzonette infantili. Il disco contiene dodici pezzi che si situano tutti su questa falsariga, è evidente la aperizia strumentale e produttiva degli autori, che padroneggiano evidentemente la loro materia. Sul risultato finale è lecito, a parere di chi scrive, avere invece qualche dubbio: l’ascolto dell’album non regala particolari emozioni, pur rivestendo un certo interesse a livello tecnico. Ma da un disco pop ci si aspetta altro, ci si aspettano melodie in grado di incollarci all’impianto stereo, canzoni da non dimenticare. Queste, invece, appena ascoltate scompaiono dalle nostre orecchie.      

 

Voto: 5.5/10
Luca Sanna

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