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29 Ottobre 2017

Last Leaves OTHER TOWNS THAN OURS

2017 - Lost And Lonesome / Matinée Recordings
[Uscita: 20/10/2017]

Australia

 

Nel 2.009, dopo quindici anni di brillante attività e una decina di eccellenti album, la band australiana The Lucksmiths si sciolse lasciandoci nelle orecchie il gusto dolce amaro delle loro 'canzoncine' vagamente ispirate agli Smiths. Ma ora rieccoli o, meglio, ritroviamo tre quarti della formazione originaria che si sono riuniti in una nuova formazione chiamata Last Leaves. Leader della band è ora Marty Donald che, oltre che la chitarra si assume il ruolo di cantante solista, posto che nei Lucksmiths era occupato da Tali White, che vi suonava anche la batteria, accanto a lui l'altro chitarrista Louis Richter e il bassista Mark Monnone, gli altri due membri provenienti dai Lucksmiths, e il batterista Noah Symons. Da questi cenni si capirà come la loro musica si muova in gran parte lungo la scia dell'indiepop della band di provenienza e non potrà che trovare l'apprezzamento di chi aveva amato dischi come “Naturaliste” o “Why That Doesn't Surpise Me”.

 

Eppure malgrado il forte legame col lavoro svolto dalla band precedente, non mancano alcune novità nel suono di questi Last Leaves, e in particolare nella presenza più marcata della batteria soprattutto nei tamburi, come nell'incipit marziale di Love and The War Well Lost, e in chitarre che sovente non disdegnano una certa graffiante aggressività. In "Other Towns Than Ours" rimane intatta la capacità di creare melodie dolci e contagiose, il tocco soffice, delicato che ha sempre contraddistinto le loro canzoni. Dieci le tracce che spaziano dalla bellissima ballata intimistica The Nights You Drove Me Home alle chitarre twang di Other Rivers, dal lamento d'amore di Third Thoughts al pop contagioso del primo singolo The World We Had, dalla malinconica melodia di Last Of The Light alla frizzante Something Fails fino alle atmosfere scure di Where I Lived and What I Lived For. Non un disco sconvolgente, ma un disco composto da belle canzoni, ben suonate e arrangiate con gusto e intelligenza e con testi capaci di creare immagini suggestive ed evocative («From an upstairs window at your parents’ place/You saw the sun set where the highway cuts across the hinterland/Tail-lights fading in the twilight/It was more than you could stand», da Hinterland valga da esempio), ottima compagnia per riscaldare l'incipiente stagione invernale. 

 

Voto: 7/10
Ignazio Gulotta

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