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14 Maggio 2017 , ,

Moon Duo OCCULT ARCHITECTURE VOL. 1-2

2017 - Sacred Bones Records
[Uscita: 03/02/2017]

Stati Uniti  #consigliatodadistorsioni 

 

moon duo 1 OCCULT ARCHITECTURE VOL. 1   (3 Febbraio 2017)

 

Non è inusuale per il Moon Duo (tornato davvero ad essere un duo, finita la collaborazione con il batterista John Jeffrey) legare la propria musica ad altri campi artistici. In particolare le letterature esoteriche, filosofiche e mistiche affascinano Ripley Johnson almeno dai tempi di “Circles” (2012), album influenzato dalle letture di Ralph Waldo Emerson. Anche questo “Occult Architecture Vol. 1” è strutturato secondo un concetto ben preciso: la rappresentazione sonora dello Yin cinese, della notte, dell’oscurità, del femminino e del terrestre. Inoltre la permanenza a Portland ha portato il duo a sperimentare la “potenza del ciclo delle stagioni nel Nord Ovest”. L’elemento della morte coincide con l’inverno, periodo in cui è stato deciso di pubblicare il disco. Non è che una metà di un cerchio: come suggerisce il titolo, questa esplorazione del “magico e soprannaturale”  ha avuto un seguito a maggio 2017: un “Vol. 2” che si identifica con lo Yang cinese, con la luce, il giorno, la mascolinità e l’etereo. Certamente anche con la rinascita che segue la morte.

duoCon il piatto “Shadow of the Sun” (2015) ormai alle spalle il Moon Duo (nella foto a destra: Ripley Johnson e la tastierista Sanae Yamada) torna a macinare l’asfalto stellare dei lunghi viaggi cosmici di “Mazes” (2011), lasciando per strada ogni tentativo di rendere lo space-rock più digeribile (come era successo per Circles). Le 7 tracce variano di durata ma non si scende mai sotto il muro dei 4 minuti. Lo stile non è cambiato: pattern kraut che per l’occasione si fanno oscuri ed ansiogeni (Cold Fear, Cross-Town Fade), battaglie intergalattiche tra riff granitici e synth (l’iniziale, ottima The Death Set, Cult of Moloch), melodie sixties pop lanciate in orbita (Creepin’, Will of The Devil) e una lunga corsa per lo spazio profondo marchiata a fuoco dagli assolo acidi di Ripley Johnson (White Rose). La sensazione con questo Vol.1 è che dopo tanto tempo il Moon Duo non cerchi più di omologarsi ad uno standard “di genere” ma che suoni per puro piacere. Consigliato per le teste che amano viaggiare.                                                                                                                                                                                                                                                                                                    

OCCULT ARCHITECTURE VOL.  2    (5 Maggio 2017)

 

 

moonduovol2In sede di produzione parlavamo del Vol. 1 come la prigione di fuzz e del Vol. 2 come il palazzo di cristallo” (spiega Ripley Johnson). “L’oscurità del Vol.1 ha dato vita alla luce del Vol. 2. Dovevamo avere entrambi gli elementi in ordine per poter completare il cerchio. (…) abbiamo mixato il Vol. 2 separatamente, al culmine dell’estate di Portland concentrandoci sulle sue qualità soniche di luminosità, aria, sole. (…)”

Con "Occult Architecture Vol. 2" si completa l’avventura discografica che il Moon Duo ha iniziato con il Vol. 1 appena tre mesi fa. Come il disco precedente, anche questo avalla la convinzione che la natura e la realtà siano governate da forze misteriose, magiche, segrete. Per questo i due volumi sono omaggi alle forze naturali, rappresentate secondo due aspetti,  luce e ombra. I cinque pezzi che compongono il palazzo di cristallo del Moon Duo cambiano sensibilmente rotta rispetto al rock cosmico del Vol.1. Lì imperversavano tempeste elettriche e battaglie ipersoniche per strutture guidate soprattutto dalla chitarra, qui le atmosfere si placano e si dilatano all’inverosimile. I pattern moon duonarcolettici e celestiali elevano lo space rock à la Spacemen 3 a kosmische musik eterea e impalpabile (New Dawn) che rimbalza in tappeti elettronici per funk-rock marziano (Mirror’s Edge). I nostri non rinunciano all’amore per le melodie 60’s (Sevens) e le piegano verso un sound cristallino e malinconico (Lost In Light). Tutto sembra perdersi nella luce, nei droni gentili di chitarre wah wah e synth solari (The Crystal World). Difficile scegliere tra i due volumi, che sanciscono il ritorno di una grande entità del rock psichedelico dei nostri tempi. Le due Architetture Occulte vivono indipendenti l’una dall’altra, ma accostarle conduce ad un’esperienza musicale di godibile completezza. 

 

Voto: 7/10
Ruben Gavilli

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