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18 Giugno 2020 ,

Sergio Spampinato Oblio

2020 - Autoproduzione
[Uscita: 06/05/2020]

L’oblio come dimensione della dimenticanza e come Tempo della dissoluzione di sé. L’approccio di Sergio Spampinato alla musica è quello di chi plasma una sostanza grezza, come fosse un’argilla elettrificata per generare una pareidolia, ovvero l’illusione di scorgere paesaggi dell’anima iscritti in una dimensione già vissuta. Il lavoro applicato al suono trae origini da un jazz destrutturato, reso deforme da scorie dissonanti che ne disturbano l’andamento armonico. “Oblio” è l’ennesima prova di una avanguardia sonica intrisa di una concettualità filosofica che guarda all’Eterno Ritorno nietzscheano, agli attimi come particelle infinitesimali di cui si compone la vita dell’uomo, in un viatico di cui Thelonious Monk è il traghettatore. Spampinato utilizza come ossatura scheletrica la chitarra attorno a cui il Nostro costruisce una impalcatura fatta di glitch stratificati grazie all’uso di una loop station, determinando un moto di dilatazioni stranianti. La musica di “Oblio” - imbevuta delle inquietudini del lockdown pandemico - è attraversata da una forza stanca che tenta di superare una contraria spinta gravitazionale che la costringe ad una posa innaturale, così come il corpo disossato dei brani è prosciugato da una disidratazione stilistica in cui si ravvisano ascendenze minimaliste. Si passa dai singhiozzi dell’opener A Monk’s Dream Upon A Note Of A Gun Street Girl alle sospensioni della title-track Oblio sino ai droni inquieti di Calpestamenti come scia cosmica dell’antimateria. Considerazioni inattuali (il sole è uscito al tramonto) è un camminamento incerto lungo arpeggi che hanno reminiscenze friselliane, mentre Buiopiano (crepuscolo degli idoli), l’unico brano in cui Spampinato siede dietro al piano, è una sonata al silenzio interiore. Parla Il Martello ha un nucleo rassicurante avvolto però in un bozzolo di crepuscolare magnetismo divorante, la finale Aurora vive di silenzi e sussulti ipnagogici. “Oblio” è un lavoro che necessita di un approccio cerebrale per potersi addentrare nella densità dell’immaginario di Spampinato e di quello che può essere definito come il suo lavoro più coerente e coeso sul piano del continuum concettuale.

Voto: 7/10
Giuseppe Rapisarda

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