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10 Gennaio 2012 ,

Diaframma NIENTE DI SERIO

2012 - Diaframma Self
[Uscita: 17/01/2012]

In fotografia il diaframma è un’apertura che in rapporto al tempo d’esposizione controlla la quantità di luce destinata a raggiungere la superficie sensibile. Qui ciò che viene inquadrato lascerà la sua traccia, un simulacro di sé. L’immagine che vedremo, proprio perché frutto di una trasposizione in primo luogo e, successivamente, di una scelta frammentaria sulla vastità del mondo, determinata dallo stesso campo di ripresa, non ci trasmetterà né una verità assoluta né una blasfemia. In musica Diaframma è Federico Fiumani. Un autore che si è lasciato scrivere dal suo tempo, dalla soglia degli anni ’80 fino ad oggi, in una sorta di lunga e prolifica esposizione in cui si sono impressi la solitudine, la malinconia, il caso, il divertimento, il sesso, la droga, la rabbia e molta ironia bittersweet. L’opera che ne consegue incornicia un pezzo di cultura underground italiana non rincorrendo con fare falsamente modesto l’apoteosi di un riconoscimento generazionale, ma lascia quel segno ugualmente perché attraversa la realtà senza assolutizzarla, suonando alle spalle dei santi e dei dannati. Il 17 gennaio uscirà “Niente di serio". È il 2012 e non più il 1980 o giù di lì. Fiumani è un adolescente maturo da un po’. Parla di Firenze in Absurdo Metalvox, e anche Firenze non è più quella dove gli stessi Diaframma, Litfiba, Neon, Minox incarnavano lo spirito New Wave internazionale arrivato come una brezza elettrizzante: “La città vuota e silenziosa e ormai da tempo più nessuno che mi cerca, mi domando se per caso sia successo qualche cosa d’importante che non so. Vuota di rabbia e di tormento, non mi lamento, non mi sento parte di ogni movimento…”.

 

Parla, Fiumani, delle cose comuni che la contemporaneità ha reso conquiste ardue in Nilsson“La nostra forza dov’è? Quella forza per costruire la mia casa e dentro vivere insieme a te, per un tempo ragionevole insieme a te, anche se non sei socievole sapendo che prima o poi tutto finisce…” (Come faceva Gennaio?). Ma il pezzo che vale l’album è Grande come l’oceano. Il tempo passa e i ricordi lo testimoniano: “C’è stato un tempo dove i miei migliori amici erano i Ramones …. C’era una camicia tutta gialla con la svastica da punk originale…e all’attaccatura della spalla con la manica il tessuto s’ingrossava, formava un’escrescenza, un rigonfio, giù di lì, ed io pensavo che aggrappandomi al rigonfio della manica mi sarei salvato da ogni calamità…”. Altri pezzi da segnalare Tempesta nel mio cuore, Madre superiora, intenso senza sproloqui e Anime morte, cavalcando l’invettiva contro l’inazione: “Tutto il giorno a puntare l’avversario, ma sparatevi!”. Si alternano, così come il ritmo, brani con una loro intensità “fastidiosa” e verace ad altri più “sanremesi”, un po’ come il primo singolo estratto dall’album, Carta Carbone. Certo è che la dimensione strettamente cantautoriale è quella scelta dai Diaframma odierni, con un Fiumani forse probabile ascoltatore di qualche disco di Dente, a volte recitativo, altre pressoché melodico, ma comunque vocalmente in forma. Alle tastiere, Gianluca De Rubertis de Il Genio. Negli anni ’80 i lustrini, il culto per l’immagine, la dissoluzione erano l’antibiotico di una profonda crisi, ma questo ha dato modo di svilupparsi a una controtendenza che ha dimostrato di avere molto di cui parlare e di cui suonare. Siamo nel 2012 e c’è “la crisi”, il mondo è già finito e non ce ne siamo accorti? No, non può essere. Non sarà, al solito … niente di serio.

 

 

Valentina Loretelli
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