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8 Febbraio 2017

Japandroids NEAR TO THE WILD HEART OF LIFE

2017 - ANTI-
[Uscita: 27/01/2017]

Canada

 

È stato pubblicato in questi giorni il terzo album in studio del duo alternative rock canadese Japandroids, dal titolo "Near To The Wild Heart Of Life", composto lontano dai riflettori nel 2014 e nel 2015 tra Vancouver, Toronto, New Orleans e Città del Messico. La band, nata nel 2008 e composta da Brian King (chitarra e voce) e David Prowse (batteria), mette così fine ad un periodo di silenzio e di totale assenza dalle scene durato oltre tre anni, da quando cioè nel novembre del 2013 tennero il concerto di chiusura di un lungo ed estenuante tour in oltre quaranta Paesi da una parte e dall'altra dell'Atlantico. Come i primi due, anche questo è un album composto da otto brani, con un sound che ‒ se non fosse per la voce di King ‒ potrebbe facilmente essere scambiato per un disco dei Green Day o di uno dei tanti gruppi alternative rock che popolano i palinsesti radiofonici degli States. Disco più commerciale dei precendenti (in particolare del primo, "Post-Nothing", del 2009), ma non per questo privo di spunti interessanti e di momenti riusciti. Il pezzo che dà il titolo all'abum, Near To The Wild Heart of Life, è un brano punk rock tirato che non sfigurerebbe in alcun grande summer festival. 

 

Di tutt'altro segno è True Love and a Free Life of Free Will, in cui la band fa un uso inedito delle sovraincisioni e l'atmosfera che ne risulta si avvicina quasi ad alcune cose ascoltate in passato da band di questo lato dell'oceano, come gli U2. Ciò che si evince chiaramente in questo terzo album è il tentativo ‒ per la verità comune a molte altre band ‒ di lasciarsi alle spalle un sound immediato e diretto, optando per sonorità più meditate e costruite. Molto bella, a tal proposito, anche Arc of Bar, la canzone più lunga del disco (oltre sette minuti), in cui l'uso di sintetizzatori è talmente preminente da far pensare a certe contaminazioni rock della new wave europea, più che al lavoro di una (ex?) punk band. No Known Drink or Drug è probabilmente la cosa più vicina al sound del duo canadese così come lo conoscono i fan, una sorta di concessione al passato, ma è In a Body Like a Grave che la verve del gruppo emerge con tutta la sua forza: i Japandroids potranno anche registrare buoni album in studio, ma è chiaramente la dimensione live quella in cui la loro musica trova il compimento migliore.


Voto: 7/10
Valerio Pugliese

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