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9 Febbraio 2015

Malcolm Middleton & David Shrigley MUSIC AND WORDS

2014 - Melodic Records
[Uscita: 19/12/2014]

Inghilterra

 

digicoverNon a caso pubblicato sotto Natale 2014, a voler sottolineare ancor di più il suo carattere irriverente e scandaloso - ammesso che al giorno d’oggi si riesca ancora a essere scossi da un’opera d’arte - “Music and Words”, album nato dalla collaborazione fra l’ex Arab Strap Malcolm Middleton e l’artista e disegnatore David Shrigley, è proprio ciò che promette il titolo, un disco di spoken words, musica e parole, declamate, urlate, recitate, ritmate in dodici tracce che non lasciano nulla di intentato per apparire sgradevoli, provocatorie, come dei Monty Python diretti da un John Waters in stato di grazia. Lo sgradevole è al centro di questo disco: se anime belle, amanti dei fiorellini e dei cucciolotti, e chi si dedica al politicamente corretto e a un linguaggio pulito e asettico, troverà soltanto l’occasione ascoltando il disco per irritarsi anche violentemente, allora vorrà dire che i due hanno centrato il loro obiettivo. E così tanto per mettere fin da subito le cose in chiaro le prime parole con cui si apre la prima traccia Toast recitano: «good fucking wishes to you and your fuckhead asshole family»: non c’è che dire, proprio un modo originale di fare gli auguri natalizi! Reso ancor più ironico dal tono grave con cui questi auguri si abbattono su tutti i membri della famiglia. Non da meno gli altri undici brani, Sunday Morning elogia il pene con un ritmo selvaggio e parossistico, Caveman ha protagonista un uomo primitivo che uccide le ragazze a colpi di pietra, partendo in modo ironico per poi accumulare tensione e drammaticità.

 

malcolmStory Time inizia come una leggera favoletta con protagonisti uno scoiattolo e un coniglio per poi diventare un delirante diluvio di fuck e di shit narrato da una dolce voce femminile. L’effetto è straniante e terribile: «We fucking hate the world! We hate life!», recita a sottolineare la misantropia che domina i testi di Shrigley. In Dear Brian un malato mentale vaga nudo parlando col suo cervello: «stop making me say things that I don’t mean, and you stop making me do things that I don’t want to do», e così alla fine viene il sospetto che in mezzo a escrementi, violenze e scurrilità varie galleggi anche qualcosa di molto serio. Le musiche di Malcolmalbum Middleton che spesso ricorrono a ritmi electropop anni ‘80, con in primo piano il synth (Toast, Touch My Face), o si dipanano in delicate trame post-rock alla Arab Strap (A Computer) optando a volte per la delicatezza pop (Dear Brian, Monkeys) sottolineano per analogia o per contrasto le liriche, a loro volta recitate dalle quattro voci narranti con toni cangianti dal pomposo e ridondante, all’asettico narrante, al declamatorio, al violentemente sarcastico. Naturalmente per apprezzare in pieno l’album è necessario comprenderne i testi, tanto le canzoni sono concepite come un’intensa connessione fra parole e musica. Afferrarne solo un aspetto significa farsi sfuggire completamente il senso dell’opera.

 

Voto: 7/10
Ignazio Gulotta

Audio

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