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21 Marzo 2022 ,

Vincenzo Zitello Mostri E Prodigi

2021 - Telenn Recording
[Uscita: 01/04/2021]

La linea di confine aurata dove s’intersecano i domini di mitologia e realtà transustanziate in eco sonora, melodia dei primordi, mondo ancestrale dove creature di dimensioni diverse mettono le ali e spiccano il volo per reami immaginari, traluce in iridescente dissolvenza in questo superbo album di Vincenzo Zitello, “Mostri E Prodigi”, dodicesimo album dell’artista in parola, splendido già dalla copertina: una variazione di Andrea Bottoli su tema pittorico di Edward Burn-Jones, “A Sea Nymph”. Uno tra i massimi virtuosi dell’arpa celtica, qui coadiuvato da uno stuolo di preziosi musicisti (Federico Sanesi, tabla, sonagli…; Alfio Costa, Hammond; Riccardo Tesi, organo diatonico; Claudio Rossi, violino, mandolino; Arthuan Rebys, nyckelarpa; Laura Garampazzi, tromba, solo per citarne alcuni), si sofferma su otto frammenti sonori ciascuno echeggiante a una figura mitologica, una sorta di rappresentazione degli antichi bestiari medievali trasfusa in tracce musicali. Sin dall’incipit, La Sirena, l’atmosfera assurge a melodia rarefatta e preziosa, con evocazione di grandi distese equoree entro le quali rilucono scaglie adamantine sotto l’impero dei raggi lunari. Dallo sguardo pietrificante del Basilisco promanano note di serpentina destrezza, mentre su verdi pendii vellutati da fragili crepuscoli incede, in tutto il suo candido fulgore, L’Unicorno, sotto una coltre armonica che insieme all’arpa coniuga un ventaglio di folk celtico dalle ombreggiature poetiche. Il piglio sostenuto dell’abbrivio de La Fenice rimanda a visioni di quiete lingue di fiamma che avvolgono l’orizzonte, dove l’uccello mitologico si consuma e rinasce in rinnovato splendore. Più stridente, quasi a significarne la composita e orrifica struttura corporea, suona il frammento successivo, La Chimera, mentre il frullo dell’arpa disegna nell’aria l’artigliante moto del Grifone, accompagnato da una miscela di linee armoniche di aeree spirali. Possenti volute musicali delineano, poi, la corsa irrefrenabile del Centauro, in cerca di ninfe e naiadi da concupire. Dapprima avvolgente come spire materiate di tenebra, flauti e arpa in evidenza, poi con un movimento di tutto l’essere tessuto nella notte della memoria, il Drago spicca il suo volo, vestito di fiamme inestinguibili e feroci. Efferatezza e deliquio nei reami della fantasia umana, porta dello spavento e della saggezza, morte e rinascita per aria, quando riluce l’alba dietro i rami del possibile. O dell’impossibile? Splendido album, invero.

Voto: 8/10
Rocco Sapuppo (Direttore Editoriale)

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