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4 Aprile 2013 , ,

Brandt Brauer Frick MIAMI

2013 - !K7
[Uscita: 11/03/2013]

Brandt brauerBrandt Brauer Frick è certamente una delle band più innovative e trascinanti della musica techno degli ultimi anni. La loro cosiddetta "techno senza la tecnologia" è essenzialmente l’attitudine a realizzare sonorità techno con la sola strumentazione“ classica” (batteria, archi e fiati) in una miscela che fonde insieme intelligence dance music, free-jazz e musica contemporanea. Il precedente album “Mr Machine” (2011) aveva sorpreso la critica per quel mix di IDM, minimalismo e free-jazz cosi ben assemblato da renderlo un album più per sale concertistiche che non per dj set (si ascolti ad esempio il brano 606 ‘N’ Rock ‘N’ Roll per comprendere appieno il concetto di musica-dance-per-la-mente del trio berlinese). Abbandonati i canoni cerebrali di “Mr Machine”, i Brandt Brauer Frick cambiano decisamente rotta. “Miami”, terzo album della loro produzione, appare più spontaneo e diretto, una sorta di parentesi, una vacanza in Florida, che mostra una Miami per certi versi insolita, per nulla luminosa, caratterizzata da rumore, non luoghi, sonorità industrial e minimalismo. Sono tanti gli ospiti che accompagnano i Brandt Brauer Frick in questo viaggio.

 

Erika Janunger, musicista ed artista visiva, presta la voce nella malinconica e triste intro Miami Theme, mentre Om'Mas Keith, produttore di Frank Ocean e Jay-Z, aggiunge cadenze hip-hop al brano Plastic Like Your Mother. Il cantante Jamie Lidell accompagna la band tedesca nel funkeggiante ed accattivante Broken Pieces come nel successivo brano Empty Words caratterizzato da una sorta di R&B minimale. Nina Kraviz, affascinante dj-produttrice siberiana, è protagonista in Verwahrlosung, brano dalle cadenze techno-house decisamente oscure, mentre l’ex-Einsturzende Neubaten Gudrun Gut aggiunge timbri industrial-techno a Fantasie Mädchen. La minimal techno più cerebrale è affidata completamente ai Brandt Brauer Frick in Ocean Drive (Schamane) e nella spigolosa Skiffle It Up, mentre Miami Drift e la conclusiva Miami Titles costituiscono una sorta di cupa colonna sonora caratterizzata da atmosfere ombrose e decadenti. “Miami” è un album decisamente spiazzante per chi ha amato il mantra techno-jazz dei precedenti lavori. Pur con alcuni momenti interessanti, questo album è sicuramente distante dalla forza innovativa che aveva caratterizzato il precedente “Mr Machine”.

Voto: 6.5/10
Felice Marotta

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