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31 Gennaio 2015 , , ,

The Notwist MESSIER OBJECTS

2015
[Uscita: 30/01/2015]

Germania   #Consigliato da Distorsioni  

 

notwist-messier-objects-cover-mThe Notwist, poco prolifici,  tornano a sfornare nuovo materiale a quasi un anno di distanza dall’ultimo riuscitissimo “Close To Glass”, cosa strana se si considerano gli 8 album pubblicati dal 1990 ad oggi. Tutto è chiarito fin dalle premesse, infatti “The Messier Objects” – titolo che gioca con quello che in italiano fu chiamato Catalogo di Messier, ovvero il primo insieme di avvistamenti di corpi celesti diversi dalle stelle (per lo più comete) ad opera dell’omonimo astronomo – è una raccolta di materiale interamente strumentale e inedito, composto fra il 2009 e il 2013 per teatro, radio e cinema. Non esistono titoli, solo oggetti (Objects), comete, distinte tra loro solo da un numero. L’assenza della voce permette ai tedeschi di avvicinarsi ancor di più al kraut-rock, ed in particolare a Faust e Neu, cosa in parte già accaduta ai loro massimi livelli in “Neon Golden” laddove altresì il cantato, la melodia e le atmosfere soft avevano portato alcuni a definirlo kraut-pop, un nuovo stile radicato nella cultura musicale tedesca del ventesimo secolo. Object 1 e Object 8 , due astri molto simili tra loro, richiamano fortemente l’arpeggio di chiusura della monumentale Miss Fortune (Faust - “Faust I”) in mezzo a loop di synth, rumori elettronici (glitch), campionamenti e la voce di Markus Acher che come un drone ripete incessantemente la stessa parola. Come le comete, ogni traccia ha una coda, e questa finisce per toccare la testa della successiva, rendendo l’album più compatto di quel che in realtà sia.

 

Infatti si passa per la triade Object 5/Object 6/Object 9, un’evoluzione in tre tempi dell’incontro tra il Thomas Newman di “American Beauty” e i Mum d’inizio 2000; l’ambientazione da film horror di Object 3; quella da film d’azione e dal montaggio frenetico come in Object 4; un Morricone dell’est Europa in Object 11, Object 15 e Object 17 (forse i momenti più melodiosi e malinconici); Object 10 dove i Neu incontrano Burial; i Current 93 notwistche si lasciano in un’improvvisazione jazz in Object 12 e ancora il duetto tra Object 13 e Object 14 dove la prima, cervellotica, crea lo spazio umorale giusto per incastrarci la successiva, istintiva e inquietante, strizzando nuovamente l’occhio a Burial. Il capolavoro della raccolta è senza dubbio la suite Das Spiel ist aus, quasi in chiusura. Astro talmente grande da meritare un titolo, una catalogazione meno fredda e distaccata: nei suoi quasi 13 minuti divisi in 3 movimenti si assiste all’iniziale frenetico crescendo di riff minimali eseguiti da chitarra elettrica e basso, accompagnati da drum machine, con continuo innesto di campionamenti (la voce umana, ridotta a strumento, fa la sua comparsa una seconda volta) per poi lasciar spazio ad uno xilofono in loop che fa da ponte per la parte centrale, riflessiva e introspettiva quanto basta per tirare il fiato prima della catarsi finale che riprende il ritmo del primo movimento, in continuo ed ossessivo crescendo sempre più caotico e quasi industrial, un po’ a far coesistere gli Amon Düül di “Phallus Dei” con i Nine Inch Nails di “Ghosts I-IV”. Ipnotica. Con questo lavoro i The Notwist mostrano – qualora ve ne fosse ancora bisogno – la loro impeccabile vena creativa grazie all’assenza di punti di riferimento che li avevano contraddistinti in passato, fornendoci un album piacevole e intenso fin dal primo ascolto.

Voto: 7.5/10
Davide De Marzi

Audio

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