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27 Settembre 2013 ,

Embryo MESSAGE FROM ERA ORA

2013 - Sound Of Cobra Records
[Uscita: 03/09/2013]

embryo# RACCOMANDATO DA DISTORSIONI

 

La storia degli Embryo è ultraquarantennale, partita dalla Germania ed arrivata un po’ ovunque grazie a live, registrazioni ed interviste sparse in scampoli di tempo vari e nelle location planetarie più diverse. Un progetto al quale hanno collaborato decine di musicisti nel corso dei quattro decenni di attività e che è stato capace di produrre poco meno di cinquanta album, considerando anche i live. Un gran risultato se si considera che gli Embryo non sono mai usciti da una stretta cerchia di fans e di addetti ai lavori e non sono mai riusciti ad abbandonare i bassifondi della scena musicale, pur in una carriera così lunga. Comunque sia, quella degli Embryo è una storia che non sembra destinata a fermarsi, vista la pubblicazione, ad inizio settembre per Sound Of Cobra, di un nuovo disco, “Message From Era Ora”, che raccoglie alcune jam sessions registrate durante un tour di trentasette anni fa. Un susseguirsi di ritmi etnici, sui binari di una world music ante-litteram, dispiegamenti krauti, psichedelici e briosi come nella migliore tradizione tedesca, accresciuti dagli assoli dei vari musicisti che, come un fil rouge, attraversano tutti i solchi (dobbiamo parlare di solchi visto che saranno stampati solamente 300 vinili neri e altri 200 con venature blu) del disco.

 

Gli Embryo nascono in quella incandescente fornace di band sperimentali che è Monaco a fine anni sessanta, provengono, per capirci, dalla stessa temperie creativa e culturale di formazioni leggendarie come Amon Duul e Popul Vuh. Questo progetto è originato dal genio musicale di Christian Burchard, che diverrà batterista degli Embryo, con l’intenzione di fondere il jazz (soprattutto nelle sue correnti avanguardistiche, il free jazz su tutte) e gli influssi etnici, orientali piuttosto che africani, senza mai allontanarsi da una base rock di matrice funk. Fin da subito il gruppo comincia a girare l’Europa e il mondo in concerto,we keep on facendosi accompagnare dai musicisti più svariati, che porteranno nuove influenze musicali alla band tedesca. Ricordiamo a questo riguardo nella loro discografia un imperdibile “We Keep On” (1973 LP, BASF/CD, Disconforme Records) che vede la presenza del grande jazzista- sassofonista Charlie Mariano. Proprio da questi concerti con continue improvvisazioni provengono le sei tracce e i quaranta minuti di questo lavoro, con la presenza di una rarità: una sessione jam raccolta durante una performance degli Embryo in Italia, precisamente ad Udine, con l’accompagnamento del leggendario sassofonista nostrano Massimo Urbani, morto a Roma nel 1993. Queste sessioni – che oltre a Burchard vedono la presenza di Dieter Miekautsch al Fender Rhodes Piano, Uve Muellrich’s alla bass-guitar e Roman Bunka alla chitarra - vengono registrate, successivamente perfezionate ed ora pubblicate sotto il nome di ”Message From Era Ora”.

 

Sebbene l’età avanzata del materiale che trova la luce con questo album, le tracce sono tutt’altro che anacronistiche o inaccessibili; anzi, oltre alla pulizia e alla nitidezza dei suoni, il disco riesce a recuperare anche la spigliatezza e l’energia della musica creativa europea, tedesca in questo caso, made in seventies. Il flusso musicale che attraversa “Message From Era Ora” si colloca nelle lande del jazz e del funk, ma è tatuato dalle indimenticate progressioni del kraut rock. I viaggi strumentali di Christian Burchard e c. rimangono delicati e calibrati lungo tutto il side A: la voce (sì, qui la consideriamo uno strumento aggiunto) in Chinna Chinna, traccia sullo stile da big-band jazz dei Fire!Orchestra, seguita  dall’assolo di chitarra in Intro For Massimo che introduce le EMBRYOnote del sax di Urbani, accompagnate dal pianoforte (Dieter’s Riff). Nel lato B del disco i suoni si fanno più robusti e psichedelici, richiamando le atmosfere degli Amon Duul II, prima nel funk di Suite In Five, poi nel lento scorrere di Call Me per esplodere nella finale I Get Two Windows. Nel complesso il recupero di queste jam sessions ad opera della meritoria Sound Of Cobra Records è più che positivo, anzi diremmo provvidenziale, scevro da qualsiasi mera operazione di marketing. Una pubblicazione effervescente e raffinata, che conferma la grandezza degli Embryo, una delle band più sottovalutate del panorama europeo, e del rock tedesco a cavallo tra i ‘60 ed i ‘70.

 

Voto: 8/10
Simone Pilotti

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