Depeche Mode Memento Mori

2023 - Columbia Records
[Uscita: 24/03/2023]

Un approccio obiettivo a “Memento Mori” può funzionare a patto di smarcarsi dall’hype e tralasciare l’apparato di pregiudizi che nasce dal confronto con ciò che ci si aspetta dai Depeche Mode, ovvero la pretesa di una costante riproposizione della propria storia. Questa volta Dave Gahan e Martin Gore hanno dovuto fare i conti con l’assenza di Andrew Fletcher, scomparso a maggio dell’anno scorso, cosa che si avverte nel mood complessivo della scrittura, così densa ed introversa. “Memento Mori” ci restituisce una riflessione sulla vita e sulla fugacità delle cose che ci sfuggono anche quando crediamo di stringerle veramente. Il messaggio è che in fondo non si possiede nulla di ciò che ci illudiamo di porre dentro il perimetro della nostra vita. In questo senso, l’album è una esortazione a vivere appieno, piuttosto che una mera constatazione della finitezza del tempo e rappresenta una forma di nuova fratellanza, quella tra Gahan e Gore, o, più semplicemente, un compromesso dettato dalla necessità di dare compiutezza ad un lavoro iniziato durante le restrizioni pandemiche e quando ancora 'Fletch' era vivo. La produzione è stata curata da James Ford e dalla nostra Marta Salogni, ingegnere del suono con Muse, David Byrne, Björk, Animal Collective, Tracey Thorn, solo per citarne alcuni. Le registrazioni sono state effettuate in California tra lo studio di Martin Gore e quello di Rick Rubin, mentre il missaggio nello studio di Marta Salogni a Londra. Il risultato è sorprendente per l’accuratezza e la profondità del suono, soprattutto nei passaggi più atmosferici in cui si avverte la perizia della Salogni nel sagomare la materia analogica con l'uso dei suoi Revox e delay applicati anche alla voce di Gahan. La sostanza è data dalle canzoni, alcune delle quali scritte da Gore insieme a Richard Butler dei Psychedelic Furs come Don’Say You Love Me, avvolta da una patina di drammaticità noir, e Caroline’s Monkey, con le sue sospensioni interlocutorie. L’opener My Cosmos is Mine ha una superficie sintetica alla Matmos, mentre la voce di Gahan è stata processata con un trattamento che ne amplifica l’intensità, la successiva Wagging Tongue (dedicata a Mark Lanegan) ha un sostrato pulsante di sequencer e pattern ritmici che si sovrappongono. Il singolo è Ghosts Again, uno dei momenti più centrati ed immediati della tracklist con un giro che entra sottopelle. Particolarmente toccante è poi Always You in cui l’esaltazione dell’amore è svuotata da ogni retorica, la successiva Never Let Me Go si avvita su un decadentismo degno dei tardi QOTSA. In chiusura troviamo la magnificenza di Speak To Me accreditata anche a Marta Salogni a cui si deve la costruzione di un paesaggio immaginario che si sgretola inesorabilmente nelle desolazioni di un post-umanesimo alla Massive Attack. Tra le pieghe di “Memento Mori” si muovono fantasmi e spiriti evocati da una malinconia che spinge a vivere e non semplicemente a sopravvivere. Il dovere morale imposto dall'esistenza è quello di restare fedeli alla nostra verità, i Depeche Mode lo sono fino in fondo con uno squarcio di dolore e speranza che non lascia indifferenti.