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29 Maggio 2015 ,

Mikal Cronin MCIII

2015 - Merge Records
[Uscita: 05/05/2015]

Stati Uniti

 

550_mikalcronin_gatefold.inddMikal Cronin torna e continua la strada che aveva percorso nel precedente ed acclamatissimo “MCII”. Il doppelgänger di Ty Segall, l’altra faccia della scena garage di San Francisco, conferma di riflesso le differenti vibrazioni dell’amico e rivendica radici profonde nella tradizione del pop melodico californiano, a tratti anche del power pop. Personaggio anomalo all’interno del garage revival popolato da freaks e spostati, Cronin è una sorta di ingenuo hippy che ha subito il fascino di Kurt Cobain e dei Nirvana ma non abbastanza da avere l’aria da rockstar maledetta, molto più vicino ai numi tutelari Lou Barlow e J Mascis. Nonostante abbia fatto parte di molti gruppi e partecipato a vari progetti di Segall (è il bassista della Ty Segall Band), la musica di Cronin se ne discostava nettamente in MCII e prosegue questa cesura anche in MCIII, annegando fuzz e tirate garage in melodie pop, trasformando gli anthem surf punk in pezzi acustici alla ricerca e pezzi pop in mattanze distorte.

 

Non c’è nessuna maturazione nella musica di Cronin e nessun cambio di strategia o di obiettivo. La sua musica rimane incentrata sulla ricerca di un singolo che tenda una mano alle esigenze radio-friendly e un’altra ai puristi più difficili da convincere. MCIIIcronin  contiene una vena malinconica che si dirada man mano che ci si addentra nel disco, lasciando spazio al vasto cielo luminoso della California, ma in fondo sembra che poco o niente sia cambiato. L’intro kraut di Say, lo tzouras di ii) Gold (densa di accentuate rimembranze Byrds, come iii) Control) o gli archi distesi dell’iniziale Turn Around  e dell’esperimento v) Different introducono spunti diversi che convergono alla fine sempre su melodie prepotenti e suadenti. L’assalto punk di iv) Ready scuote e I’ve Been Loved commuove. L’urgenza di MCII viene alquanto meno ed il suo successore perde un pò smalto e vitalità. Ma rimane un disco più che buono.

Voto: 6.5/10
Ruben Gavilli

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