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20 Ottobre 2018

JEFF The Brotherhood MAGICK SONGS

2018 - Dine Alone Records/Infinity Cat Recordings
[Uscita: 12/10/2018]

Stati Uniti   #consigliatodadistorsioni     

 

magicksongs“Wasted On The Dream”, l'album del 2015 dei fantomatici JEFF The Brotherhood, segnò al contempo lo zenith e il nadir per la band formata dai fratelli Jake e Jamin Orrall, già attivi nel music-biz dal lontano 2002 e promotori di una psichedelia dura-ma-non-troppo dai toni hard/stoner rock. Infatti quel disco rappresentò al contempo una conferma per il duo (giacché uscì per una major del calibro della Warner Bros) ma anche una cocente delusione (perché fu proprio la scarsità di vendite che li fece ripiombare nel circuito discografico indie; n.b.: il disco qui recensito esce per la label personale del combo, la Infinity Cat). La lezione, però, è servita a qualcosa: perché “Magick Songsè forse l'album più maturo e vario dei lisergici fratellini, che a questo giro si avvalgono di una band vera e propria, che comprende: il bassista Jack Lawrence, già con The Racounteurs e Dead Weather, la vocalist Jeanna Moynihan, dell'indie-pop trio nashvilliano Daddy Issues, a cui si aggiunge il contributo di Reece Lazarus dei Bully al clarinetto.

 

jeffRisultato: una raccolta di dodici canzoni che paiono i pannelli di un opera in fieri; si spazia infatti dalla psichedelia docile e atmosferica dell'iniziale Camel Swallowed Whole all'ipnotica narcolessia di Singing Garden, passando attraverso paradisi artificiali in odor d'oriente (Celebration), fino ad arrivare al finale in grande stile di Magick Man, Heavy Journey e Farewell To The Sun, che cambiano completamente le carte in tavola e sciorinano un hard sound strumentale di prim'ordine (la prima ispirandosi ai Josefus, blues rockers lisergici di fine sixties/inizio seventies, la seconda rinverdendo i fasti rumoristici visionari dei Chrome di Damon Edge e Helios Creed e mischiandoli a certe drogatissime litanie jeff1westcoastiane d'antan stile One, la terza ergendosi come un molosso/colosso stoner dai denti affilatissimi che incrocia i Black Sabbath di Planet Caravan alle effusioni oppiacee di certi It's A Beautiful Day). A conti fatti ”Magick Songs” è il connubio perfetto (e mai così ben declinato in precedenza dalla band originaria di Nashville) fra stoner rock classico, psichedelia ambientale, più qualche briciola di quella visionarietà westcoastiana che temevamo da lungo tempo perduta nella babele della musica di consumo contemporanea.

 

Voto: 7/10
Massimo Padalino

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