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3 Settembre 2015 ,

The Mynabirds LOVERS KNOW

2015 - Saddle Creek Records
[Uscita: 07/08/2015]

Stati Uniti    

 

the mynabirdsLaura Burhenn, anima dei Mynabirds, ritorna dopo tre anni di silenzio, durante i quali ha girato il mondo tenendo bene in mente le parole di Wiliam Faulkner: "Non si può nuotare verso nuovi orizzonti se non hai il coraggio di perdere di vista la costa”. Questo “Lovers Know” è il terzo lavoro della band, uscito, come i precedenti, su Saddle Creek. Tre anni durante i quali la musicista ha girato il mondo e ha scritto le canzoni che oggi possiamo ascoltare in questo suo nuovo lavoro, che è stato registrato nel corso di un anno fra Joshua Tree, Nashville e Auckland in Nuova Zelanda. Lavoro che rappresenta una svolta rispetto al passato, rimane infatti in secondo piano l'impianto folk per  privilegiare invece i suoni elettronici, le atmosfere shoegaze e sfuggenti, non a caso Laura Burhenn ha scelto come produttore Bradley Hanan Carter (Black English) al posto di Richard Swift che aveva lavorato nei suoi primi due dischi. Il risultato è un disco molto sentito e personale che si muove lungo i confini fra pop e rock alternativo.

 

Già i primi brani in scaletta, Believer e Semantics, fra synth e drum machine ci proiettano in un synth pop rarefatto e dalle atmosfere nordiche con la voce di Laura Burhenn che muta timbro alla ricerca di una più ampia capacità comunicativa. Say Something non si discosta come stile, ma c'è un ancor più profondo senso di solitudine e malinconia, tutto l'album è una riflessione sull'amore, sulla sua perdita e sul suo essere indispensabile per minavivere («Ognuno cerca qualcosa, e spesso è la stessa cosa: l'amore. Può suonare banale, ma è vero. L'amore o la sua mancanza è la cosa che tutti abbiamo in comune. Può distruggerci o può aprirci alla luce. Ed anche il motivo per cui cantiamo»). Ma il canto della  Burhenn rifugge i toni melodrammatici, è pacato e riflessivo, come del resto i suoi testi, che suggeriscono una voglia e intenzione di riflettere sulle domande della vita e sulla capacità di saper accettare il mondo nella sua complessità. Non stupisce che  il singolo Wildfire si ispiri a Jack Kerouac, in una visione della vita che si oppone alla banalità, in un'ansia di ricerca che può bruciare, ma anche portare fuori dall'inferno. Un'ultima segnalazione per Hanged Man sorta di valzer cosmico, e per l'intensa Omaha.

Voto: 7/10
Ignazio Gulotta

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