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26 Settembre 2012 , ,

The Fresh And Onlys LONG SLOW DANCE

2012 - Mexican Summer/Souterrain Transmissions
[Uscita: 4/09/2012]

fresh only slow dance longDa un po’ di tempo la definizione “garage” ha acquisito un’accezione più elastica. Non appena si è in odore di qualcosa che rimanda lontanamente ai sixties viene chiamato in causa questo termine che alla lunga ha perso la sua valenza né più né meno di come possono risultare generici i vari “rock” “underground” “vintage” “punk” etc. Premesso questo, va chiarito che i Fresh and Onlys, così definiti dalla stampa, almeno ai loro esordi, col garage come lo si intende in senso stretto hanno sempre avuto poco o nulla a che fare. Giusto qualche pubblicazione in comune con etichette come la Castle Face Records, o la In The Red peraltro anche loro, sempre state di ampie vedute. E’ la Mexican Summer invece ad accaparrarsi questo “Long Slow Dance”, giovane etichetta specializzata in vari generi ma faziosa di nuovi talenti, e che a quanto pare, ha segnato un altro buon punto a suo favore con questo che si sta rivelando come uno dei dischi più chiacchierati del 2012.

 

Album annunciato con abbondante anticipo dal singolo “Yes or No” e a conferma di quello che aveva promesso ci ritroviamo queste 11 piacevoli canzoni tra folk-rock, a tratti speziato di romanticismo psichedelico, jangle-pop e paisley, ma che soprattutto attinge dalla psichedelia pop dell’Inghilterra di inizio anni ’80, quella inseminata prima da Teardrop Explodes e i Soft Boys di Robyn Hitchcock, fiorita poi negli esordi di Echo and the Bunnymen, Cure, Smiths per giungere fino all’Australia di The Church. Tim Cohen, figura centrale della band, rimane più aderente alla forma ballad cantautorale favorendo sonorità acustiche, piuttosto che propendere per scossoni elettrici e suggestioni visionarie come si poteva concedere in “Waterfall” due anni prima, mettendo  in risalto una maturata capacità espressiva. Ciò nonostante per quanto riguarda le registrazioni hanno preferito rimanere legati a un processo più tradizionale, come il gruppo ci tiene a dimostrare con un breve video del making of  di “L.S.D.” fatto girare sul tubo. Come dichiarato dal produttore Phil Manley, “sullo stesso 16 tracce servito per registrare “Werewolves of London” di Warren Zevon”. Saggia scelta, perché la veracità del risultato ben si addice alla natura di questo lavoro.

 

Dalla nuova West Coast dei vari Ty Segall, Sonny & the Sunsets, Thee Oh Sees, Best Coast, Camper Van beethoven solo per citarne alcuni, documentata in parte nella compilation “In A Cloud: New sounds from San Francisco” (Secret Seven 2010) -  in cui Tim Cohen compare sia in veste di solista che con il gruppo -  i Fresh and Onlys sono quelli più propensi a flirtare con la classicità pop, ma in queste tracce non è difficile scorgere lo stesso spirito che animava gli, allora poco più che adolescenti, David Roback,, Peter Buck, Steve Wynn, Dan Stuart. Se fosse uscito trent’anni fa "L.S.D." sarebbe diventato una pietra miliare, oggi è “solo” un bel disco. Davvero un bel disco.

 

Federico Porta

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